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Vicenza

Tav, confermato lo scavalco a Setteca’ e nuova ipotesi: galleria di 2,4 chilometri

I tecnici di Rfi hanno illustrato i progetti per il tratto est: l’ultima proposta prevede una ricucitura e 7/8 anni di cantiere

Tav, si torna a parlare del terzo lotto funzionale, o lato est, che dir si voglia: 25 chilometri di linea alta capacità-alta velocità da Vicenza a Padova. Il ventaglio delle ipotesi progettuali presentate da Rfi e Iricav per i 4,5 chilometri che interessano il capoluogo, dal bivio Schio-Treviso al confine comunale, dopo l’idea dell’affiancamento dei binari e il mix trincea-galleria già sul tavolo, si arricchisce ora di una terza soluzione, con una galleria di 2,5 chilometri, dopo un approfondimento caldeggiato dalla precedente amministrazione.

Tav, le tre soluzioni che interessano Vicenza

Tre soluzioni con stime - visto che si parla ancora di studio di fattibilità - su costi, tempi e impatti diversi. Per quanto riguarda la durata dei cantieri, si parla di 5-6 anni per la soluzione a raso, con un incremento di un anno di lavorazioni per quella con galleria corta e di due per la galleria lunga. I costi, invece potrebbero aumentare esponenzialmente, arrivando quasi a triplicare con la soluzione della galleria più estesa. C’è poi il nodo abbattimenti.

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Nella prima opzione si parla - sempre come primo computo che potrebbe dettagliarsi in fase di progettazione definitiva - di 47 fabbricati interessati da demolizione e 11 da potenziale indennizzo per disagi; nella seconda di 51 e 29 e nella terza di 53 e 31. Con l’illustrazione dei tre scenari, avvenuta ieri in commissione Territorio, è arrivata anche la conferma - dopo smentite e nicchiamenti durati mesi - del famoso “salto del montone” a Setteca’, anticipato dall’ex candidato sindaco Lucio Zoppello e contro il quale si era espresso il consiglio comunale.

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All’altezza di strada del Paradiso, in sostanza, i binari dell’alta velocità devono passare da sud a nord della linea storica. Quel che cambia è la modalità, che non è un dettaglio da poco visto che nella prima e seconda soluzione si prevede una “galleria farfalla - ossia una sorta di scatolare - in superficie, alta oltre sette metri, per un ingombro complessivo in altezza di circa 13 nel momento in cui passano i convogli, mentre con la galleria lunga lo scambio avverrebbe sotterranea.

Nelle carte spunta anche un cavalcavia

Nelle carte spunta anche un cavalcavia per ovviare alla chiusura di via Vittime Civili di Guerra. Opera finita subito nel mirino, con il sindaco Giacomo Possamai che mette le mani avanti: «Va valutato se può essere realizzato come sottovia o la sua natura provvisoria». 

Le tre soluzioni per Vicenza

 

  1. La soluzione uno, che prevede la nuova linea a raso, in affiancamento alla linea storica già presente, barriere antirumore lungo il percorso e lo scavalco dei binari in zona Setteca’ con il “salto del montone”; in sostanza la linea Ac/Av si alzerebbe con impalcato e rilevato, correrebbe sulla sommità della galleria e poi proseguirebbe la corsa sempre tra impalcato e rilevato, fino a scendere a livello campagna. Tra le mitigazioni ambientali proposto anche un parco urbano di 30 mila metri quadri da sviluppare verso le aree adiacenti ai binari, all’altezza indicativa di strada del Megiaro.
     
  2. Soluzione due, con “galleria corta”. La proposta è di interrare entrambe le linee, quindi i due binari della all’alta velocità-alta capacità e i due della linea storica, in una galleria artificiale lunga 800 metri fino all’asse Camisano con relative rampe di entrata e uscita. I treni dovrebbero correre sotto la superficie da prima di strada del Megiario fino a dopo via Vittime civili di Guerra. I binari tornano poi in superficie e a Setteca’ viene riproposto il viadotto a farfalla, come nella soluzione uno. In questo caso tra le mitigazioni verdi è previsto un parco lineare di 40.500 metri quadri in corrispondenza del passaggio in galleria.
     
  3. Soluzione tre, “galleria lunga”. È la new entry tra le ipotesi elaborate. L’idea è di interrare i quattro binari, facendoli correre tutti in galleria artificiale per 1,4 chilometri fino al nodo Camisano. Qui, la linea storica risale in superficie, per tornare a correre al piano campagna, mentre i due binari della linea alta velocità-alta capacità proseguono interrati per un altro chilometro, fino a Setteca’, per riemergere poi al limite dell’area di esondazione del fiume Tesina dopo aver sottopassato la linea storica. In questo caso dunque lo scambio dei binari avviene sottoterra. Il fatto di essere a ridosso dell’area di esondazione necessita però di due muri come barriere.

 

Alessia Zorzan

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