VICENZA. Il tempo a San Biagio sembra essersi fermato. «Devo dire la verità - racconta il fotografo Devis Vezzaro che con il suo obiettivo ha immortalato quel luogo abbandonato in centro storico - i resti di occupazioni abusive sono veramente pochi. Questo spazio si è conservato bene». E questo spazio è quel grande complesso che sorge lungo il Bacchiglione. In passato convento, in passato carcere e in futuro, accordi alla mano, sede unica dell’Agenzia delle entrate. Il presente, però, è appunto l’oblio tra graffiti, giocattoli dimenticati, celle arrugginite, materassi e una grande foresta nata con il progressivo allontanamento della presenza umana.
«Nella mia vita - aggiunge Vezzaro, curatore della mostra “Il silenzio assordante di Chernobyl” allestita all’ex caserma Borghesi fino al 26 agosto - di posti dimenticati ne ho visti. E devo dire che San Biagio si è conservato in buone condizioni».
Il viaggio nel complesso dimenticato va dalle carceri all'ex convento, dove gli affreschi non sono stati coperti dai graffiti. La carrellata di immagini racconta poi di occupazioni abusive (poche) ma anche della vita di una volta all'interno della casa circondariale.