Martedì Robertino aveva posteggiato la sua bici fuori dal bar accanto alla chiesa di Maddalene come faceva ogni pomeriggio. Si fermava qualche minuto, giusto il tempo di sfogliare il giornale. Era un’abitudine quotidiana lunga una vita. Poi, rimontava sulla bicicletta che era appartenuta ai suoi genitori e proseguiva il suo giro per il quartiere. Solo che martedì, quando è uscito dal bar a 500 metri da casa sua, la sua bici non c’era più. Roberto, 58 anni, ha la sindrome di Down ed è un’istituzione per tutta la frazione. Chiunque lo incontri tra le strade che sono tutto il suo mondo lo saluta, gli chiede come sta, in qualche modo lo protegge ogni giorno. Tanto più da quando ha perso mamma e papà. E proprio ai genitori apparteneva la bici “Liotto” di colore azzurro che è sparita l’altro giorno. Anche per questo, una due ruote che ha un valore economico che rasenta lo zero, per Robertino ha un valore affettivo inestimabile.
«Per lui sarebbe come ritrovare qualcosa di prezioso - l'appello del nipote e con cui ha un legame fortissimo. È la sua vita, restituitela»