«Datemi una mano». L’appello è stato scritto, timbrato e inviato più di dieci giorni fa. «Ho bisogno del vostro aiuto - recitava la lettera messa nero su bianco dal prefetto Eugenio Soldà - perché sono previsti nuovi arrivi di profughi. E non ci sono spazi. Confido nella sensibilità e attendo concrete manifestazioni di disponibilità di strutture». Il messaggio rivolto e spedito ai sindaci della provincia era chiaro, coinciso, diretto e in qualche modo cortese. Peccato, però, che alla richiesta di aiuto lanciata dal rappresentante del Governo a Vicenza, non sia seguita alcuna risposta positiva. Almeno fino a questo momento. (...)
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