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La svolta

Omicidio di Tommaso Lotto: così l'algoritmo vicentino ha individuato la banda

Per riaprire il caso dell'uccisione del 27enne vicentino è stata decisiva l'intuizione di affidare una consulenza a un ingegnere berico per leggere la targa dell'auto dei banditi
L'immagine della moto con i due rapinatori in fuga dopo avere sparato a Tommaso Lotto
L'immagine della moto con i due rapinatori in fuga dopo avere sparato a Tommaso Lotto
L'immagine della moto con i due rapinatori in fuga dopo avere sparato a Tommaso Lotto
L'immagine della moto con i due rapinatori in fuga dopo avere sparato a Tommaso Lotto

Quando il brigadiere dei carabinieri, Fabrizio Cannata, nel 2015, inviato dall'allora pubblico ministero Paolo Pecori, si presenta alla polizia civile di San Paolo, in Brasile, per cercare di dare un nome e un volto a chi ha assassinato Tommaso Lotto, la prima cosa che si sente dire è «Per noi il caso è chiuso». Per riaprirlo servivano nuove prove da portare al procuratore generale di San Paolo.

La consulenza affidata a Tommaso Occhipinti 

Insomma, era necessaria una svolta al caso. E quella svolta è arrivata grazie a un'intuizione della procura e della polizia giudiziaria di Borgo Berga capaci, tramite la consulenza affidata all'ingegnere vicentino Tommaso Occhipinti (esperto di ingegneria dell'informazione) di prendere le "impronte digitali" di ogni singolo carattere - lettera o numero - delle targhe in uso in Brasile. Quelle impronte sono state poi confrontate, con un algoritmo matematico e con indici di probabilità, alle immagini sfuocate delle telecamere risalendo così alle targhe delle vetture della banda e in particolare di quella in cui era presente il killer di Tommaso, ovvero Josè Alessandro De Almeida Rodrigues detto "occhi di gatto" che il prossimo 10 giugno verrà processato davanti al tribunale paulista. Altri tre banditi, nei confronti dei quali è stato spiccato il mandato di cattura, al momento sono invece irreperibili. Si tratta di Paulo Pinheiro Da Silva, Alexandre Dos Santos Ezique e Ismael De Oliveira Munhos. Un altro bandito, componente del commando, nel frattempo è morto in carcere.

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«L'intuizione che portò alla svolta delle indagini arrivò dal brigadiere Cannata - conferma l'ex pm Pecori, che per primo aprì l'inchiesta sulla morte del giovane vicentino -. Essere riusciti a individuare i colpevoli dell'omicidio di Tommaso rappresenta un ottimo esempio di collaborazione tra la procura e la polizia giudiziaria». Anche il procuratore capo Lino Giorgio Bruno, che ha ereditato il caso dal precedente procuratore capo di Vicenza, Antonino Cappelleri, ricorda come la svolta delle indagini sia arrivata dalla lettura della targa della Peugeot utilizzata dall'assassino di Tommaso Lotto la sera del 21 luglio 2012: «Il punto di svolta, decisivo, è arrivato in quel momento - ribadisce il procuratore -. C'è sempre stato un costante collegamento tra la nostra procura e quella di San Paolo sino ad arrivare all'importante risultato di qualche giorno fa. La nostra procura ha sempre trattato con la massima attenzione la vicenda».

Omicidio Lotto, spunta un video

Le indagini della procura di Vicenza

Una volta andato in pensione il sostituto Pecori, il fascicolo sull'omicidio di Tommaso Lotto è finito sulla scrivania del pubblico ministero Hans Roderich Blattner che ha dato un ulteriore impulso alle indagini che si erano "raffreddate". Tanto che nell'estate 2016, dopo altri viaggi del brigadiere Cannata in Brasile, il caso (mai chiuso a Vicenza) è stato ufficialmente riaperto anche dalla polizia di San Paolo. Che, grazie all'elaborazione dell'algoritmo vicentino, e ai costanti contatti con gli investigatori berici, è riuscita a dare un volto e un nome al commando che assassinò Tommaso con lo scopo (non raggiunto) di rapinarlo dell'orologio Rolex che portava al polso. Nell'autunno 2019 sono stati iscritti sul registro degli indagati dalla procura generale di San Paolo anche gli ultimi due componenti della gang. Nelle scorse settimane l'ordinanza con i quattro mandati di cattura nonché la contemporanea fissazione dell'udienza nei confronti dell'esecutore materiale dell'omicidio che dovrà presentarsi in tribunale il 10 giugno prossimo. «Un momento che abbiamo atteso per dodici anni - aveva detto martedì al nostro giornale Massimo Lotto, il papà di Tommaso -. Non ci siamo mai arresi né fermati. Non abbiamo mai perso le speranze».

Matteo Bernardini

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