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Vicenza

Nascono i consigli di quartiere. Dieci zone e dodici componenti

Segnaleranno problemi e proporranno progetti a titolo gratuito. L’idea è far eleggere una parte dei rappresentanti dal Consiglio comunale e un’altra parte dalle associazioni

Vicenza tra qualche mese potrebbe avere i suoi consigli di quartiere. «Sono passati quindici anni dall’abolizione delle circoscrizioni e l’errore è stato non aver colmato in nessun modo questo vuoto: noi lo faremo», prometteva Giacomo Possamai in campagna elettorale. Il vuoto di cui parlava l’allora candidato, poi diventato sindaco, si riferiva alla mancanza di un livello intermedio tra amministrazione e cittadini e i consigli di quartiere dovrebbero servire a questo.

Una riforma del decentramento

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L’ipotesi di riforma del decentramento sarebbe, secondo indiscrezioni, in dirittura d’arrivo e a lavorarci in questi mesi è stato l’assessore Matteo Tosetto, che sui consigli di quartiere punta da quando era segretario di Forza Italia. A che punto siamo dunque? Di ufficiale non c’è nulla e Tosetto, interpellato sull’argomento, non si espone lasciando tutto avvolto dal mistero. Il motivo, pare, starebbe nel fatto che l’assessore prima di pubblicizzare la sua proposta vorrebbe portarla in commissione per capire se è possibile arrivare ad una sintesi e ad una delibera condivisa con le opposizioni.

Si dialoga con le opposizioni per un documento comune

Un primo approccio di dialogo c’è stato durante l’ultima conferenza dei capigruppo, ma senza entrare nel dettaglio. Tuttavia, alcune informazioni filtrano comunque. Filtrano cioè i punti cardinali di questa piccola rivoluzione che andrà a ridisegnare la geografia della partecipazione sul territorio. Dopo aver detto addio, appunto, alle vecchie circoscrizioni che nella fase finale del secondo mandato di Enrico Hüllweck furono definitivamente archiviate come prevedeva la finanziaria di Romano Prodi. Delle sette circoscrizioni ne sarebbero potute rimanere tre ma l’allora maggioranza fece un “pasticcio” e a fine febbraio del 2008 non trovò i numeri per votare la mini-riforma in consiglio. Con le circoscrizioni che, dunque, sparirono del tutto.

Dopo la fine delle circoscrizioni solo proposte cadute nel vuoto

Tempo poche settimane da quella sentenza di morte e da destra come da sinistra iniziarono a fioccare proposte per supplire a quella dipartita. Da allora poco o nulla è cambiato. Ma adesso le novità sono dietro l’angolo. Il progetto dei consigli di quartieri sta prendendo forma. L’obiettivo è quello, come detto, di coinvolgere maggiormente i cittadini. Come? La base del ragionamento pare sia quella di non allargare eccessivamente il raggio d’azione e la soglia scelta, per la suddivisione dei futuri consigli di quartiere, sarebbe che ciascuno coprisse un’area di più o meno 10 mila abitanti.

I consigli di quartiere potrebbero essere dieci

Quindi, i consigli di quartieri sarebbero dieci. L’ipotesi progettuale di Tosetto, da ciò che risulta, lascerebbe intatti i confini delle ex circoscrizioni più piccole e cioè la 1 (quella del centro storico), la 2 (quella della Riviera Berica) e la 7 (quella dei Ferrovieri), mentre le altre vecchie circoscrizioni verrebbero spacchettate. Semplificando, per gli altri 7 consigli di quartiere la suddivisione territoriale dovrebbe essere più o meno questa: San Lazzaro, San Felice e le aree vicine a Campo Marzo; Maddalene e Villaggio del Sole; da Polegge a Laghetto; da Santa Lucia a Sant’Andrea; la zona a nord-est della città che va da Anconetta a Ospedaletto; San Pio X e le aree limitrofe; la parte ad est da Setteca’ a Bertesina. Dieci consigli di quartiere quindi che, a differenza di ciò che avveniva per le vecchie circoscrizioni che erano dei veri e propri parlamentini elettivi, con potere legislativo e consiglieri stipendiati, avrebbero il compito di segnalare problemi e proporre progetti. I componenti per ciascun consiglio di quartiere dovrebbero essere 12, tutti a titolo gratuito. Una parte verrebbe votata dal consiglio comunale, mentre un’altra parte dovrebbe essere nominata da una sorta di tavolo permanente formato da associazioni o i comitati presenti nei rispettivi quartieri.

Roberta Labruna

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