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VICENZA

La mafia nigeriana in città. Lo certificano i giudici

Il gruppo Vikings sgominato da Dda e polizia di Stato attivo per anni anche a Vicenza. Inflitti 230 anni di carcere
Gli arresti erano stati effettuati dalla polizia in varie città italiane e all’estero nel 2020 al termine delle indagini ARCHIVIO
Gli arresti erano stati effettuati dalla polizia in varie città italiane e all’estero nel 2020 al termine delle indagini ARCHIVIO
Gli arresti erano stati effettuati dalla polizia in varie città italiane e all’estero nel 2020 al termine delle indagini ARCHIVIO
Gli arresti erano stati effettuati dalla polizia in varie città italiane e all’estero nel 2020 al termine delle indagini ARCHIVIO

I tentacoli della mafia nigeriana su Vicenza. Nelle 288 pagine di motivazione per le 17 condanne a pene per 230 anni e 5 mesi complessivi di carcere, arrivate lo scorso 7 giugno al termine del processo ai membri del cult Vikings Arobaga e pubblicate nelle scorse ore, i giudici del tribunale di Ferrara certificano la presenza della criminalità organizzata nigeriana nella città del Palladio. 

Il sistema scardinato

«La caratura mafiosa del sodalizio ferrarese che operava come gruppo autonomo e organizzato diffusamente esteso anche in altre località del territorio nazionale, quali Parma, Padova, Vicenza, Venezia e Torino, risulta incontrovertibilmente acclarata», si legge nelle motivazioni. Per i giudici ferraresi è inoltre «indubbio il carattere mafioso dell’associazione Arobaga Vikings, essendo stata acclarata la sussistenza dei tre requisiti specifici richiesti per differenziarla da una comune associazione per delinquere», ovvero la forza di intimidazione, l’assoggettamento e l’omertà. Tra le caratteristiche rilevate, la presenza di una struttura gerarchica, l’utilizzo di un linguaggio in codice e di segni distintivi: dal colore rosso ai richiami ai vichinghi. 

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L'indagine

L’indagine, condotta dalla polizia di Stato e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna, era partita dopo il tentato omicidio del leader del gruppo rivale dei Vikings, Eiye, avvenuto il 30 luglio del 2018 a Ferrara. Quel giorno, come ricostruito dagli inquirenti nel corso dell’inchiesta, era andato in scena un regolamento di conti per una partita di sostanza stupefacente non pagata da un membro dei Vikings e per una più generale lotta per il controllo della piazza di spaccio. 

Nel mirino il gruppo dei Vikings

L’attività investigativa si era conclusa nel 2020 quando erano scattate 69 misure cautelari, 56 delle quali eseguite in Italia, nei confronti di un numeroso gruppo di cittadini nigeriani appartenenti al sodalizio criminale di stampo mafioso chiamato Vikings. Tra le persone finite in carcere c’era anche un cittadino nigeriano, di 29 anni, residente a Vicenza nella zona di viale Verona e già noto per vari reati. 

L’operazione aveva consentito di portare in carcere anche i vertici dell’associazione, ritenuti responsabili delle nuove affiliazioni, della gestione dello spaccio di droga e dell’attività di sfruttamento della prostituzione. 

Valentino Gonzato

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