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Vicenza

La prima vaccinata bersaglio dei “No vax”. Appello dell'Ulss a tutti i sanitari a aderire al vaccino anti-Covid

Sarà una campagna incalzante. Il vaccino che crea una corazza contro il Covid è l’unica arma oggi a disposizione per fermare un nemico insidioso, sempre all’attacco, ancora molto diffuso con quasi 13 mila vicentini tuttora positivi nella trappola del virus e oltre 42 mila contagi dall’inizio di questo disastro. Il vaccino rappresenta la sola via di fuga dalla pandemia. E ora che il siero arriva, non solo bisogna accelerare i tempi della profilassi ma è necessario che a vaccinarsi sia il più alto numero di persone. Bisogna, infatti, raggiungere almeno il 75-80 per cento della popolazione per ottenere l’immunità di gregge, ossia una copertura in grado di far estinguere l’infezione.

Cosa non semplice visto che il vaccino non è obbligatorio, e che, in base a sondaggi nazionali, solo il 57% degli italiani pare intenzionato a farsi vaccinare. Negazionisti e scettici restano un corpo separato, folto ed agguerrito. E occorre ancora superare parecchie resistenze. Lo prova un fatto. Libera Fietta, l’infermiera di geriatria del San Bortolo che è stata la prima vaccinata anti-Covid dell’Ulss, ha ricevuto in questi giorni sui social dai no-vax una serie di contumelie e apprezzamenti non proprio gentili.

Ancora più importante, dunque, sotto l’aspetto motivazionale, l’esempio che può venire dagli operatori sanitari, i primi, nella scala delle priorità, a poter ricevere, a Vicenza e in tutta la provincia, da oggi e per tutto il mese di gennaio, il prezioso farmaco immunizzante.

Per questo, dopo il V-day immagine di domenica, lo sforzo a tutto campo del dg Giovanni Pavesi per sensibilizzare la grande famiglia dell’Ulss ad aderire all’invito a vaccinarsi. Una lettera, a sua firma, partita ieri mattina e diretta agli oltre 6 mila dipendenti dell’Azienda Berica, va in questa direzione, in coincidenza con l’arrivo questa mattina delle 3.933 dosi che di fatto inaugurano lo screening riservato agli operatori sanitari dell’Ulss 8.
 

 

Franco Pepe

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