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Vicenza

La nuova primavera del Clinto. Un premio alla tradizione

La famiglia Ferro lo scorso febbraio ha ceduto il testimone a Sonia Parebon

Sotto alla pergola silenziosa, a due passi dal traffico di viale Trento, il glicine è già in fiore. Ancora qualche giorno e, confidando nel sole, uno dei plateatici più scenografici della città ricomincerà a popolarsi. Il "Clinto" bistrot è tornato. La storica insegna vicentina, inserita e premiata dalla Regione Veneto tra i luoghi storici del commercio, all'alba dei sessant'anni si prepara a iniziare una seconda vita. Quella che vede, dietro al bancone del bar al civico 74, la neo titolare Sonia Parebon.

Una ex gelataia con la passione per l'accoglienza

È stata lei, ex gelataia con la passione per l'accoglienza e la sala, a ritirare dalle mani dell'assessore regionale Roberto Marcato la targa di "Luogo storico", assegnata lo scorso 25 marzo a Padova. Un'emozione e un onore per la nuova proprietaria che è subentrata alla famiglia fondatrice solo a febbraio. Fino a qualche settimana fa, il "Clinto" è rimasto saldamente legato ad Antonio Ferro, che con il figlio Michele e la moglie ha sempre gestito il locale fin dagli albori.

La saracinesca alzata dal 1964

E cioè dal 1964, quando il padre di Antonio alzò per la prima volta la saracinesca di quella che, all'epoca, era la tipica osteria vicentina. Un posto da operai e minestrone, mazzo di carte e vino schietto. Un'anima genuina che Parebon non ha alcuna intenzione di snaturare. Al contrario. «Sapendo quanto il "Clinto" sia un locale familiare e con una schiera di clienti abituali, abbiamo fatto lavori di ammodernamento degli arredi, di sistemazione delle tinte e delle luci molto rispettosi: di certo non ci saremmo mai sognati di cambiare il nome».

Nome che campeggia, sull'insegna come sul tappeto all'ingresso, assieme all'inconfondibile tenda rosso vinaccia. Ma cosa significa prendere in mano un'attività con più di sessant'anni alle spalle? «È una bella sfida e un impegno quotidiano, proprio perché vogliamo riuscire a rimanere fedeli alla tradizione ma dando al locale una seconda possibilità».

Aperti dalle 7 alle 20

A partire dal ripristino dell'orario diurno completo, ovvero 7-20. Una presenza giornaliera completa, dalla colazione all'aperitivo, passando per la pausa pranzo, anche questa secondo i crismi della "vicentinità". «Abbiamo una cuoca molto brava e quello che proponiamo è un prodotto di qualità e tipico», spiega. Al venerdì, per esempio, c'è sempre una proposta di pesce (l'ultimo menù offriva "bigoi coa sardea", canestrelli fritti, tagliatelle all'astice). Piatti semplici, come l'atmosfera che si respira appena varcata la porta del bar. Alle 11 di venerdì, c'è chi aspetta ancora cappuccino e brioche e chi è già all'irrinunciabile spritz e patatine. L'importante, è sentirsi "a casa".

«Ho sempre fatto questo lavoro, a parte due anni di fabbrica, negli ultimi tre anni sono stata in una gelateria, ma il mio primo mestiere, a 18 anni, è stato proprio quello di barista», racconta Parebon, che ha 52 anni, vive a Villaverla ed è mamma di un ragazzo diciottenne. Dal posto sicuro da dipendente al salto nell'imprenditoria, il passo è stato relativamente breve. «A novembre 2023 ho saputo che i vecchi proprietari del "Clinto" volevano vendere e, nel giro di qualche mese, sono entrata». Con lei, oltre alla cuoca, una squadra quasi tutta al femminile, con due cameriere e bariste (più un altro giovane collaboratore). Una nuova primavera, per il glicine e per un pezzo di città che continuerà a fiorire.

Giulia Armeni

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