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Salute e Benessere

Indagine Fadoi: il 34 per cento dei medici internisti del Veneto «è stressato»

È la fotografia di medici "sull'orlo di una crisi di nervi" fatta dala Federazione dei medici internisti ospedalieri

Depressi, stressati e in perenne carenza di sonno, carichi di lavoro impossibili da gestire. Il tutto aggravato da mancanza di riconoscimento del valore di quanto con competenza professionale si fa, un numero di pazienti per medici e posti letto che rende quasi impossibile instaurare un rapporto empatico con i pazienti e la burocrazia che rende tutto ancora più difficile.

Il 34% dei medici internisti veneti riferisce di essere in "burn-out" (sindrome da stress) e il 47% dichiara di aver pensato di licenziarsi nell'ultimo anno. È la fotografia di medici "sull'orlo di una crisi di nervi" fatta da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, e presentata a Milano al 28/o Congresso Nazionale della Federazione. A questi dati si aggiunge che il 63% che afferma di sentirsi emotivamente sfinito, il 75% di lavorare troppo duramente e l'82% di essere sfinito al termine di ogni giornata lavorativa. Il 47% è frustrato dal proprio lavoro e il 50% esaurito.

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Una minaccia per la loro salute ma anche per quella degli assistiti, visto che lavorare quando si è in burnout significa alzare di molto le possibilità di commettere un errore sanitario, che in Italia sarebbero circa 100mila l’anno. 

Ma, nonostante ciò, il medico non perde la propria passione per la professione: l'88% riferisce di affrontare efficacemente i problemi dei propri pazienti, l'82% di influenzare positivamente la vita di altre persone attraverso il proprio lavoro, il 78% di aver realizzato molte cose di valore e l'82% di sentirsi rallegrato dopo aver lavorato con i pazienti. Il 66% teme che il proprio lavoro possa con il tempo indurirlo emotivamente. Il Covid ha inciso negativamente sulla vita per il 75% dei medici.

   

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