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La guerra in Ucraina

In fuga dalle bombe: anche Vicenza si mobilita per ricevere i profughi

di Valentino Gonzato
Centinaia di profughi ucraini arrivati in Polonia
Centinaia di profughi ucraini arrivati in Polonia
Centinaia di profughi ucraini arrivati in Polonia
Centinaia di profughi ucraini arrivati in Polonia

Vicenza si prepara per accogliere chi scappa dalla guerra in Ucraina. Ieri mattina il primo pullman con targa ucraina, con a bordo una cinquantina di persone, è arrivato al confine di Fernetti in provincia di Trieste. Tra i viaggiatori c’erano soprattutto bambini, anche di pochi mesi, e donne. Due soli gli uomini, tra i quali l’autista. Ad attendere il pullman c’erano le forze dell’ordine, che hanno effettuati i controlli. I viaggiatori, partiti almeno 48 ore prima per fuggire dai bombardamenti e dai carri armati russi, sarebbero diretti a casa di parenti, amici e conoscenti che risiedono in alcune città del Nord Italia, tra le quali Vicenza. Anche altri pullman con targa romena e automobili avrebbero raggiunto i confini italiani. Al momento, la prefettura berica non ha però ancora ricevuto comunicazioni ufficiali in merito all’arrivo nel Vicentino di cittadini ucraini. «Se qualcuno lo ha fatto, si tratta di arrivi al di fuori dei canali governativi», fanno sapere dagli uffici di contra’ Gazzolle. Che stanno comunque monitorando con attenzione l’evolversi della situazione per farsi trovare pronti. 
Ma è tutta la macchina dell’accoglienza che si sta mettendo in moto, raccogliendo l’appello lanciato da Papa Francesco durante l’Angelus che ha chiesto con urgenza di «aprire corridoi umanitari». «Ci organizzeremo a partire da domani (oggi per chi legge, ndr) - sottolinea il direttore della Caritas diocesana di Vicenza, don Enrico Pajarin -. Finora ci sono arrivate richieste di informazioni soprattutto per il disbrigo dei documenti. Stiamo raccogliendo disponibilità all’accoglienza attraverso privati e parrocchie».

 

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Il problema più urgente sarebbe però di natura burocratica, più che logistico. A sollevarlo è la Caritas italiana: «In seguito ai bombardamenti e alle violenze migliaia di persone sono in fuga e cercheranno protezione. Facciamo appello al nostro governo e all’Ue affinché le persone costrette a fuggire trovino le frontiere europee aperte e accessibili e affinché si predisponga con urgenza un piano europeo d’accoglienza con una suddivisione equa tra i Paesi membri. Per evidenti ragioni l’Ucraina va subito cancellata dall’elenco dei cosiddetti “Paesi di origine sicuri” - si legge in una nota ufficiale diffusa anche attraverso i canali social dell’organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana -. Non possiamo e non vogliamo accettare nessuna ipotesi di chiusura di fronte alle vittime di una guerra scoppiata nel cuore dell’Europa e che i nostri governi troppo poco hanno fatto per scongiurare». 
Tornando al Veneto, il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, ha risposto a un appello di aiuto dell’associazione “Lisolachenoncè Teolo Odv”, che sta cercando di far arrivare in Italia (e più precisamente a Padova), una sessantina di bambini e ragazzi provenienti da un orfanotrofio ucraino. Il vescovo ha dato disponibilità per l’accoglienza (vitto e alloggio) nei locali del seminario minore di Rubano, lasciando poi la gestione della presenza all’associazione che si occupa di accoglienza ai bambini orfani ucraini dal 1999. Monsignor Cipolla si è fatto infine portavoce per chiedere alla Croce rossa italiana e veneta e all’ambasciata e al consolato d’Italia a Varsavia di favorire il transito in territorio polacco dei minorenni. Attualmente la situazione è in evoluzione e si sta attendendo di sapere se il gruppo proveniente dall’Ucraina (composto da una sessantina di minorenni e alcune donne), riuscirà a passare i confini con la Polonia e poi viaggiare verso l’Italia. Nel frattempo, anche a Vicenza si sta raccogliendo vestiario soprattutto per donne e bambini. 

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