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La rabbia degli agenti

Il sindacato di polizia: «Aggressione preordinata e ordigni modificati con schegge metalliche. Attentato gravissimo»

I rappresentanti dei poliziotti preoccupati per le condizioni dei colleghi. «Chiediamo prevenzione e repressione severa contro chi compie questi gesti criminali»

«Oggi a Vicenza l’ennesima grave aggressione ai poliziotti, in occasione di una manifestazione anti-israeliana - prosegue il documento del sindacato - si è conclusa con nove colleghi feriti, uno seriamente ustionato, e un attentato a ordine e sicurezza. Che poi si usi come scusa per tentare di ammazzare dei poliziotti una manifestazione pro o contro un popolo afflitto dalla guerra è l’apice del delirio. Continuiamo a chiedere prevenzione e repressione severa contro chi compie questi gesti criminali e idonee regole d’ingaggio». Così Valter Mazzetti, segretario generale Fsp polizia di Stato, dopo gli scontri che si sono verificati oggi a Vicenza a un corteo organizzato dai centri sociali per protestare contro un padiglione israeliano alla Fiera dell’oro.

«Quando i manifestanti hanno preteso di avanzare nonostante l’alt delle forze di polizia è scoppiato il caos - dice Maurizio Ferrara, segretario regionale Fsp Veneto -, e il lancio ad altezza d’uomo contro i colleghi di fuochi d’artificio infarciti di materiale ferroso ha provocato numerose ferite agli agenti, uno dei quali anche ustionato. È stata un’aggressione molto seria e si è reso necessario l’intervento con l’idrante per arginare i violenti».

«Tanti feriti per un corteo contro un padiglione a una fiera? Questa è follia - la reazione di Luca Capalbo, coordinatore nazionale Reparti mobili -. Una follia di cui oggi pagano le spese i poliziotti del reparto mobile di Padova -. È rimasto ferito anche un collega della Digos di Venezia, ma purtroppo sono i componenti del reparto mobile quelli che il più delle volte subiscono gli effetti della violenza bestiale che si scatena in strade e piazze, e che non è davvero motivata da altro se non dall’intenzione di fare male al ‘nemico’ che indossa la divisa, sempre buono come bersaglio per tutto e tutti», ha concluso. 

 

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