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Il caso

Il Comune di Vicenza nega la sala alla serata filo-russa. Il film proiettato ai Saveriani

"Assemblea No guerra No Nato" con "Donbass Italia" voleva Villa Tacchi. L'incontro si farà in viale Trento

Il menù propone a partire dalle 20: "Collegamento con i giornalisti Vincenzo Lorusso e Andrea Lucidi in diretta dal Donbass" per "aggiornamenti sulla situazione e presentazione del film". A seguire, proiezione de "Il testimone", film russo (sottotitolato) sul conflitto in Ucraina.

La prima locandina, sui cui è specificato che è una serata riservata ai maggiori di 18 anni, riporta l'indirizzo di Villa Tacchi in viale della Pace e metteva in calendario l'appuntamento per venerdì 15 marzo. Ma gli organizzatori avevano fatto i conti senza il Comune che, ricevuta la richiesta di poter utilizzare lo spazio comunale dell'ex circoscrizione 3, ha negato la possibilità.

«Vincenzo Lorusso e Andrea Lucidi sono giornalisti dichiaratamente filo-putiniani e, tra l'altro, ci sono state altre città che hanno negato l'uso di spazi comunali - ha spiegato il capo di gabinetto Sandro Pupillo - Siccome la nostra filosofia in questo momento rispetto al conflitto russo-ucraino è quella di un messaggio per il "cessate il fuoco" e una pacificazione, questa serata avrebbe alzato la tensione in maniera importante».

Tra i dubbi dell'amministrazione, che non voleva prestare il fianco a trappole e tranelli, c'è anche la modalità di gestione della serata, oltre al fatto che il film è stato ritenuto troppo crudo per essere ospitato in uno spazio comunale. Le associazione che promuovono la proiezione della pellicola e il collegamento con i due giornalisti che operano nel Donbass e che risultano vicini alle posizioni della propaganda russa però non si sono perse d'animo e qualche giorno fa hanno annunciato sui loro canali social, in particolare "X" (l'ex Twitter) ma anche un gruppo Telegram che conta quasi 40 mila iscritti, che l'appuntamento ci sarebbe stato anche nel capoluogo berico.

«Vicenza non si arrende - hanno annunciato sul web - Dopo due location negate (non si conosce quale sia stata la prima a cui l'amministrazione avrebbe detto "no") siamo costretti a posticipare e spostarci in una sala privata, sperando di non ricevere veti dall'amministrazione comunale spinta dall'ambasciata ucraina; pare proprio sia successo questo». Gli organizzatori cercano di prenderla con filosofia, ricordando che «le prenotazioni sono nuovamente aperte data la maggiore capacità della sala». Inutile dire che, dalla giunta, il riferimento a pressioni dell'ambasciata di Kiev è stato preso con una risata. In ogni caso, per ora la situazione è così definita con la serata filo-putiniana ricalendarizzata per venerdì 12 aprile in viale Trento, negli spazi dei missionari Saveriani. Da qui a poco più di un mese, però, non è escluso che possano esserci ulteriori colpi di scena, vista l'esperienza burrascosa di Bologna, con polemiche a non finire sulla proiezione voluta da un'associazione e sostenuta anche da un membro di maggioranza.

Karl Zilliken

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