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Vicenza

Giro di fatture false per milioni di euro, due persone nei guai

L'operazione Money Driver aveva coinvolto molte persone, a 17 erano state notificate misure cautelari
Un'aula del tribunale di Vicenza (archivio)
Un'aula del tribunale di Vicenza (archivio)
Un'aula del tribunale di Vicenza (archivio)
Un'aula del tribunale di Vicenza (archivio)

Nella prima mattinata del 14 dicembre, l’ufficio della squadra mobile di Vicenza ha dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal gip di Vicenza, della misura cautelare della custodia in carcere nei riguardi di M.L. (sono state rese note solamente le iniziali).

La misura è stata adottata al termine di una lunga indagine denominata Operazione Money driver che aveva portato all'adozione di 17 misure cautelari. A seguito delle indagini a carico di M.L. erano state raccolte prove certe riguardo l'emissione di centinaia di fatture per operazioni inesistenti per una cifra considerevole.

Mediante l’utilizzo sistematico di società "cartiere" (prive di dipendenti, magazzino e sede effettiva), talune intestate a soggetti di etnia cinese e con fittizie sedi legali e operative a Prato. M.L., ha emesso fatture per operazioni inesistenti del valore complessivo di centinaia di migliaia di euro, in favore di società cartiere stanziate sul territorio berico e della provincia di Brescia.

L’emissione veniva seguita dalla ricezione di bonifici sui conti correnti delle relative società emittenti gestite da M.L e dalla contestuale restituzione in contanti di quanto ricevuto, al netto delle proprie spettanze.

Attraverso questo rodato meccanismo, ne derivava un’immissione nel tessuto economico-imprenditoriale, di notevoli somme di denaro non tracciabili, nonché l’elusione dell’imposta sul valore aggiunto, da parte delle società in ultima analisi effettive beneficiarie delle fatture.

Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare è stata disposta ed eseguita una perquisizione personale, locale e domiciliare, nei riguardi di M.L., che ha consentito il sequestro di innumerevoli smartphone, sim-card, anche di operatori telefonici stranieri, documenti contabili di società commerciali italiane ed estere, copie di documenti d’identità di persone fisiche ed infine molteplici pizzini sui quali vi erano annotati conti matematici ed contatti telefonici di soggetti di etnia cinese.

Analoga perquisizione è stata disposta ed eseguita nei riguardi di H. Y., soggetto cinese indagato in concorso con M.L. al termine della quale è stata sequestrata la somma di oltre cinquantamila euro, rinvenuta dagli operatori, occultata tra i capi di abbigliamento dell’interessato.

 


 

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