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VICENZA

«Estorsione a Balotelli». Ridotti pena e risarcimento

La condanna è stata portata a un anno e 10 mesi (da 2 anni e 3 mesi). La rifusione del danno è passata da 80 mila a 30 mila euro
Mario Balotelli in tribunale il giorno della testimonianza
Mario Balotelli in tribunale il giorno della testimonianza
Mario Balotelli in tribunale il giorno della testimonianza
Mario Balotelli in tribunale il giorno della testimonianza

La Corte d’Appello di Venezia ha ridotto la pena e l’importo del risarcimento, determinati al termine del processo di primo grado, con cui il tribunale monocratico di Vicenza aveva condannato l’avvocato trevigiano, Roberto Imparato, accusato di estorsione nei confronti dell’ex attaccante di Inter, Milan, Liverpool e Nazionale (tra le altre squadre della suacarriera) Mario Balotelli.

La nuova sentenza

In primo grado a Imparato - difeso dall’avvocato Ernesto De Toni - erano stati inflitti due anni e tre mesi di reclusione ed era stato disposto un risarcimento danni di 80 mila euro; ieri, invece, l’appello ha portato la pena a un anno e dieci mesi di reclusione (con la sospensione) e ridotto il risarcimento da versare a Balotelli - costituitosi parte civile con l’avvocato Enrico Baccaro - a 30 mila euro (in primo grado era stata stabilita la somma di 80 mila euro). Il giudice ha indicato in novanta giorni il termine per il deposito delle motivazioni della sentenza letta ieri poco dopo le 13.

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La vicenda, implicata una giovane vicentina

Una giovane vicentina (con cui il calciatore aveva sempre raccontato e confermato di avere avuto dei rapporti consenzienti) spinta dall'avvocato Imparato aveva accusato "Super Mario" di averla violentata (il caso del presunto stupro era stato archiviato). Lo stesso Imparato però aveva minacciato l'attaccante di vendere la notizia ai giornali e in cambio del silenzio gli aveva chiesto la somma di 100 mila euro.

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«Imparato mi chiedeva soldi per non fare uscire quella falsa notizia - aveva raccontato Balotelli - Io alla ragazza avevo chiesto scusa perché non ci sarebbe stato un futuro, ma non certo perché c'era stata violenza. Non c'è mai stata violenza... Io le ho detto che stava facendo quello solo per ledere la mia immagine, perché era tutto falso quello che raccontava». Il dibattimento aveva poi portato alla condanna di Imparato.

Ora si andrà in Cassazione

«Bisognerà leggere le motivazioni per comprendere come possa essere stata ritenuta sussistente la tentata estorsione - ha commentato l’avvocato De Toni - In ogni caso la pena inflitta al mio assistito è stata contenuta nei minimi, a differenza del giudizio di primo grado e anche il risarcimento è stato ridotto di due terzi. Questo - ha continuato il legale - a dimostrazione che se reato c’è stato è stato considerato non grave. E comunque c’è ancora un terzo grado di giudizio».

Insomma per la difesa la “partita” non è ancora finita visto che di fatto è già stato annunciato il prossimo ricorso davanti alla Corte di Cassazione.

Matteo Bernardini

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