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Energia, tariffe sotto esame «La vendiamo in perdita»

Agsm Aim La sede della multitutility in Lungadige GaltarossaLuca De Rosa (Global Power)
Agsm Aim La sede della multitutility in Lungadige GaltarossaLuca De Rosa (Global Power)
Agsm Aim La sede della multitutility in Lungadige GaltarossaLuca De Rosa (Global Power)
Agsm Aim La sede della multitutility in Lungadige GaltarossaLuca De Rosa (Global Power)

Incrementi dei prezzi delle bollette: Agsm Energia, l’unica multiutility veronese delle 25 italiane alle quali l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha chiesto chiarimenti in merito alle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di gas e luce in regime di libero mercato. Il decreto Aiuti Bis blocca fino ad al prossimo aprile ogni cambiamento di questi contratti. «Abbiamo ricevuto una comunicazione dell’Autorità alla quale risponderemo entro i dieci giorni previsti», si limita infatti a far sapere la società che fa parte del gruppo Agsm Aim partecipato e controllato dai comuni di Verona e Vicenza. Indagine e tariffe La società che distribuisce energia elettrica e gas è una delle tante finite nel mirino dell’Antitrust che vuole verificare se e come le aziende abbiano avviato azioni mirate a modificare i contratti in essere nel tentativo di legare il prezzo della fornitura all’andamento del mercato. Secondo l’Antitrust, le società che hanno inviato dopo il primo maggio scorso comunicazioni relative a mutazioni delle condizioni economiche delle forniture od altre modifiche hanno violato le regole del decreto legge Aiuti bis del 9 agosto con cui il governo ha di fatto congelato sino alla primavera prossima i cambiamenti unilaterali dei contratti. A quanto si sa, Agsm Energia, come hanno fatto molte società, avrebbe proposto ad una parte dei propri clienti, quelli con contratti in via continuativa in regime di libero mercato, di passare a tariffe basate sul mercato di breve corso. Un’operazione che si sarebbe tradotta in una riduzione dei rischi per le aziende, ma che avrebbe anche legato il prezzo per l’utente all’andamento quotidiano del mercato, che ad agosto registrava valori così elevati come mai si erano visti. L’Antitrust ha ora avviato azioni che potrebbero portare a sanzioni nei confronti di Iren, Iberdrola, EOn e Dolomiti ed ha chiesto informazioni a molte altre aziende, fra cui quella veronese. Secondo le associazioni dei consumatori l’intervento dell’Authority è positivo. Esso era, in effetti, scaturito da verifiche compiute in seguito a segnalazioni presentate da Unione consumatori e Codacons. «C’è da essere contenti del fatto che si stia cercando di fare chiarezza su una situazione che è sicuramente ambigua», afferma Davide Cecchinato, il presidente di Adiconsum Verona e Veneto. «Speriamo che si arrivi il prima possibile ad un provvedimento che faccia luce sulle modalità di applicazione delle modifiche unilaterali dei contratti», aggiunge. Ben diversa la visione che arriva dalle società di vendita e distribuzione del gas. Luca De Rosa, presidente di Global Power spa, che ha sede a Verona e conta 50.000 utenti, di cui 15.000 in forma diretta, afferma che «il decreto è intervenuto bloccando quella che è una pratica normale in molti settori, che era stata attuata non per fare guadagni, ma per far sopravvivere le aziende». Perché di questo si tratterebbe: comprare il gas sul mercato a prezzi folle e doverlo vendere sotto costo. Chi copre il divario? E quindi dove sono gli extraprofitti? Forse per chi vende l’energia derivante da fonti rinnovabili al costo di quella prodotta dal gas? Ma chi può fare questo sono quelle grandi. «Il 95% delle ditte italiane del settore sono invece medio-piccole e si trovano in grande difficoltà ad acquistare il gas a prezzi che sono arrivati a livelli dieci volte superiori a quelli normali, con le banche che chiudono i rubinetti o chiedono costose fideiussioni, gli utenti che sono in difficoltà ed i fornitori che vogliono garanzie», spiega De Rosa. I primi segnali di questa situazione, secondo De Rosa, c’erano stati un anno fa, senza che il Governo abbia sinora risposto alle richieste delle ditte. «Non vogliamo soldi, ma che lo Stato ci dia supporto offrendo le garanzie che ci permetterebbero di continuare a fare il nostro lavoro», conclude il presidente. Multiutiliy e perdite «L’intervento del Governo è discutibile, anche perché retroattivo, ed ha finito per pesare sulle tasche di tanti cittadini, che ora pagano ad un prezzo molto più elevato di quello di mercato il gas, che le aziende volevano fatturare sulla base di indici mensili e non trimestrali», afferma Filippo Randazzo, il presidente di Unicoge. Società a partecipazione comunale di San Bonifacio che conta 25.000 clienti. «Ci sono grosse realtà alle quali il congelamento delle modifiche dei contratti sta costando centinaia di milioni di euro», aggiunge. Spiegando che comunque le attività speculative continuano. «Ad attuarle sono grossisti e società di compravendita, che hanno stipulato contratti a lungo termine con valori bassi e vendono a società come Unicoge a prezzi molto più alti, senza che per noi sia possibile dire alcunché», conclude Randazzo. •.

Luca Fiorin

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