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La campagna

Covid, il piano: vicentini vaccinati entro ottobre

«L'ultima fornitura è arrivata mercoledì scorso. Ma più che dimezzata: 350 fiale invece delle solite 780. Con le siringhe giuste riusciamo a fare 6 dosi per fiala. In tutto sono 2.100. Intanto la Regione ha messo in atto una ridistribuzione fra le aziende. A noi sono giunte 680 fiale non utilizzate in altre Ulss che abbiamo ripartito con la Pedemontana. E con le 2.370 dosi che ci sono toccate, la prossima consegna della Pfizer che dovrebbe avvenire fra giovedì e venerdì, e il nuovo stock di Moderna, arriveremo al 3 febbraio, chiudendo il secondo giro dei richiami e probabilmente riusciremo a fare le case di riposo rimaste, anche perché questo vaccino ha tempi diversi dal siero prodotto dagli americani». Margherita Andretta, nativa di Cittadella ma residente a Verona, giovane direttore da 4 mesi dell'assistenza farmaceutica extra-ospedale dell'Ulss ma già una lunga milizia nel campo con incarichi di rilievo, ultimo quello di responsabile Hta all'Azienda Zero, coordina la gestione globale del piano vaccini anti-Covid dell'Ulss Berica dall'approvvigionamento alla distribuzione. E, fin dalle prime storiche 145 dosi del V-day del 27 dicembre, si è calata in un impegno non semplice.

 

«Da Moderna finora abbiamo ricevuto poco. Sono arrivate 70 fiale. Ciascuna con 10 dosi. E sono bastate per 350 persone perché si è dovuto trattenerne la metà per avere la garanzia della seconda dose». Oggi, però, sempre di Moderna, giungono altre 50 fiale che serviranno per altre 250 persone. Insomma, si giostra sui numeri usando il pallottoliere senza che nessuno possa fare qualcosa di più. «La Pfizer assicura che i ritardi sono temporanei e che da metà febbraio problemi non ce ne saranno più, ma di certo non c'è nulla. A noi premeva innanzitutto concludere le seconde dosi, e qui siamo abbastanza tranquilli. Poi siamo pronti per proseguire la campagna con over 80, farmacisti, donatori di sangue, ma ci manca la materia prima, e non possiamo fare altro che attendere». La dottoressa Andretta è preposta all'assistenza territoriale. È in collegamento con le farmacie convenzionate del territorio, con i medici di medicina generale. È lei a interessarsi di rimborsi e vigilanza, a seguire gli accordi con i medici di base, a verificare gli obiettivi di appropriatezza, a effettuare le analisi delle prescrizioni. E ora la regia organizzativa delle vaccinazioni. «La Pfizer, in questo momento è in stand by. Moderna prosegue le consegne ma le quantità previste per l'Italia erano molto basse, e, di conseguenza, a noi ne arrivano poche. Per Astrozeneca l'autorizzazione è prevista a fine mese e le prime forniture potrebbero arrivare a metà febbraio».

 

Il collo di bottiglia è adesso. Sul dopo, una volta superata questa fase grigia - causata, secondo note ufficiali, da lavori di potenziamento sulle linee produttive nello stabilimento belga che avrebbero ridotto i volumi iniziali rispetto alle previsioni mandando in default le tabelle di marcia - c'è ottimismo: «Se le forniture avverranno come all'inizio noi come Ulss Berica saremo in grado di vaccinare tutta la popolazione entro l'autunno». Pfizer ha, infatti, annunciato che, dopo i problemi della scorsa settimana, la produzione sarebbe tornata regolare, e che dal 15 febbraio potrebbe lievitare a tal punto che la multinazionale farmaceutica Usa non solo riuscirà a consegnare le dosi previste per il primo trimestre ma aumenterà i quantitativi nel secondo. Per settembre, quindi, al massimo ottobre, saranno vaccinate tutte le categorie selezionate in base ai protocolli ministeriali fra i 500 mila assistiti dell'Ulss 8, quelle cioè inserite nelle 4 fasce di priorità. «Speriamo che le consegne riprendano con regolarità. Il vaccino è la sola arma per sconfiggere il Covid, e la vaccinazione di massa è l'unico modo per raggiungere l'immunità di gregge e rendere inoffensivo il virus». 

Franco Pepe

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