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SANITÀ

La spesa dei Comuni per il Covid. Vanno restituiti 1,2 milioni

Dopo 4 anni il Mef ha chiuso i conti: ci sono amministrazioni in credito per 2 milioni e altre in debito per 3,2 milioni di euro
Il centro storico di Vicenza nei giorni del lockdown
Il centro storico di Vicenza nei giorni del lockdown
Il centro storico di Vicenza nei giorni del lockdown
Il centro storico di Vicenza nei giorni del lockdown

Un virus che ha infettato anche i conti dei Comuni. Il Covid è penetrato in profondità nella società e, a partire da quattro anni fa quando è arrivato “ufficialmente” anche in Italia, non si è limitato a mietere vittime soprattutto tra la popolazione più anziana, a chiudere in casa interi Paesi per mesi, a modificare abitudini che non torneranno mai più quelle di prima e a segnare intere generazioni. 

Le spese per la pandemia

La pandemia ha costretto anche molte amministrazioni a spendere molto più del previsto per prendere le necessarie contromisure, mentre nel contempo è diminuito il gettito incassato. Spese che sono state finanziate per 58,4 milioni da Roma. Solo che, a distanza di quattro anni, il ministero dell’economia e delle finanze ha chiuso i conti. E se ci sono Comuni che attendono ancora di ricevere soldi, ce ne sono altri che dovranno effettuare un bonifico consistente per restituire denaro. Il saldo complessivo tra amministrazioni in credito e quelle in debito si chiude con un pagamento di 1,2 milioni che dovrà tornare dal Vicentino allo Stato. 

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Il rendiconto del Mef

Secondo il rendiconto stilato dal Mef, il municipio in credito per la cifra più alta è Bassano che attenderebbe ancora 733 mila euro sui 4,8 milioni complessivi, ma anche Lonigo potrebbe battere cassa dovendo ancora ricevere 357 mila euro (1,2 milioni la spesa totale), e pure Rosà ha conti in sospeso per 245 mila euro.

Il rendiconto comune per comune (clicca e vedi)

Thiene il comune più esposto

Quanto invece alle amministrazioni che sono in debito con lo Stato, dopo un’attenta analisi della rendicontazione delle spese sostenute che erano state finanziate tenendo conto del fabbisogno segnalato tra il 2020 e il 2021, la più esposta è Thiene che ha ricevuto 1,82 milioni, ma dovrà rendere 457 mila euro. Quindi c’è Cornedo che, a fronte di un fabbisogno finanziato per 613 mila, euro sarà costretto a restituire 270 mila euro a fronte delle minori spese sostenute per fronteggiare la pandemia.

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Karl Zilliken

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