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VICENZA

Carcere sovraffollato, pochi educatori e agenti. «Così peggiora i detenuti»

Al Del Papa a San Pio X il tasso di sovraffollamento è del 120%. Mancano anche psicologi e nell’ultima ala costruita ci sono problemi di riscaldamento e all’impianto elettrico. In tutta Italia allarme suicidi
Il carcere “Del Papa”. I detenuti sono attualmente 365, quindi il tasso di sovraffollamento è del 120%. Mancano molte figure, dagli educatori agli agenti di polizia penitenziaria ARCHIVIO
Il carcere “Del Papa”. I detenuti sono attualmente 365, quindi il tasso di sovraffollamento è del 120%. Mancano molte figure, dagli educatori agli agenti di polizia penitenziaria ARCHIVIO
Il carcere “Del Papa”. I detenuti sono attualmente 365, quindi il tasso di sovraffollamento è del 120%. Mancano molte figure, dagli educatori agli agenti di polizia penitenziaria ARCHIVIO
Il carcere “Del Papa”. I detenuti sono attualmente 365, quindi il tasso di sovraffollamento è del 120%. Mancano molte figure, dagli educatori agli agenti di polizia penitenziaria ARCHIVIO

«Quando sono entrato in carcere la mia prima sensazione è stata quella di essere fuori dal mondo, come non esistessi più. La vita all’esterno continuava ma senza di me. Ero stato “cancellato”. Quando, poi, sono uscito niente è stato più come prima». Queste le parole di un ex detenuto. Parole che fanno riflettere sulla situazione carceraria oggi in Italia.

Parlare di “problema” è riduttivo

Un dato su tutti: dall’inizio dell’anno 31 detenuti e tre agenti penitenziari si sono tolti la vita. Ed è per questo che lo scorso 18 marzo il presidente della Repubblica ha dichiarato: «Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti». Mercoledì scorso, a un mese esatto dall’appello, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale ha diffuso l’appello di Mattarella.

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A Vicenza si è scelto di proporre un incontro di approfondimento coinvolgendo esperti e “addetti al settore”. All’appuntamento promosso a villa Tacchi hanno preso parte Angela Barbaglio, ex magistrato e garante dei detenuti, Stefano Tolio (responsabile della sanità penitenziaria dell’Ulss 8), il gip Matteo Mantovani, Laura Piva (camera penale), Rachele Nicolin (Commissione diritti umani dell’Ordine degli avvocati) e Luisa Consolaro, presidente della Quarta commissione consiliare “Servizi alla popolazione”.

Il punto di partenza è stato chiaro

Il carcere non deve essere visto come una realtà lontana, che non riguarda i cittadini e la pena non deve essere considerata come una punizione ma come rieducazione. Angela Barbaglio, in pochi mesi, ha già avuto modo di approfondire la realtà della casa circondariale del capoluogo berico e ha illustrato la situazione del carcere “Filippo Del Papa” di San Pio X dove solo da qualche tempo è arrivata un direttrice “fissa” dopo un lungo periodo in cui c’è stata solo una figura a scavalco. Un resoconto, quello di Barbaglio, preciso e puntale ma non certo incoraggiante: «Il tasso del sovraffollamento è del 120%. I detenuti sono 365: quelli dell’alta sicurezza (criminalità organizzata e terrorismo), del circuito di media sicurezza (detenuti “ordinari”) e i collaboratori di giustizia».

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«Questa precisazione - ha aggiunto - è importante perché categorie così diverse non dovrebbero entrare in contatto, cosa che invece avviene data la struttura del carcere». Troppi detenuti, un problema cronico, ma non solo: anche l’edificio non è in buone condizioni. «Il nuovo padiglione ha la caldaia da sostituire: l’impianto di riscaldamento è saltato, più volte è mancata l’acqua calda. Non va meglio per quel che riguarda l’impianto elettrico. Basti pensare che i campanelli d’allarme all’interno delle celle funzionano a “intermittenza” con tutti i rischi che questo comporta. Le aree ricreative (spazio verde, palestra e biblioteca) sono piuttosto degradate ma, in questo caso, sono in fase di ammodernamento».

Terza voce drammatica, la carenza di personale

«Gli agenti di polizia penitenziaria sono 170 ma solo 90 fanno effettivo servizio di attività nelle sezioni perché gli altri sono addetti a mansioni amministrative - ha spiegato la garante -. Gli educatori sono tre (di cui uno part-time) e hanno il compito di seguire i 365 detenuti. Gli psicologi sono due (per un totale di 84 ore all’anno). L’unità operativa e sanitaria è ben strutturata ma sovraccarica di lavoro. Quarto tasto dolente: l’attività lavorativa è scarsa e sono molti i detenuti che hanno dichiarato di non averne mai preso parte».

 

Claudia Milani Vicenzi

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