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Vicenza

Trent’anni di attesa, smog e notti insonni: «Torniamo a vivere»

di Giulia Armeni
Lungo strada Pasubio e viale del Sole da oggi si dirà addio ai camion. «Non ci credevamo più, ora meno traffico, inquinamento e pericoli»

La bandiera “No tir” può essere ammainata. Le magliette gialle pro “Albera Vicenza” sono destinate ad essere riposte in un cassetto. E a divenire, chissà, memorabilia di un periodo e di una fase che, tra i posteri vicentini, saranno ricordati come quelli dell’ “immobilismo” burocratico-urbanistico.
Perché oggi -per chi vive tra Villaggio del Sole e Maddalene - si chiude un epoca. Alle undici, alla presenza delle autorità (dal governatore del Veneto Luca Zaia al sindaco Giacomo Possamai), inaugurerà ufficialmente la bretella dell’Albera.

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Un’opera lunga 5,3 chilometri sulla carta, ma ben 35 anni sul calendario: tanto c’è voluto perché dall’approdo in consiglio comunale della variante alla strada Pausbio, nel 1988, si giungesse all’apertura alla circolazione odierna. 

I commenti dei residenti: «Chi ci credeva più?»

«E chi ci credeva più?» è il commento, tra il serio e il faceto, di chi passeggia, pedala, porta a spasso il cane lungo la ciclabile che costeggia la Pasubio. Sotto al sole di domenica mattina, le locandine de Il Giornale di Vicenza con l’annuncio della partenza della bretella scintillano di speranze e aspettative. 
«Sembra quasi impossibile e invece, finalmente, ci siamo» sorride Antonio Creazzo. Lui, come tanti avventori del “Movida Cafè” di Maddalene, tra il traffico intenso e i fumi di scarico ci è cresciuto. «Praticamente sono nato dove la bretella è cominciata, all’altezza delle Cattane e poi mi sono trasferito in strada Pasubio, dove vivo da molti anni e, per completare il tutto, lavoro proprio a Costabissara». Per lui, quella di oggi, è una giornata storica, «ad un certo punto non si capiva più se e quando sarebbe finito il cantiere».

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Tra le intenzioni e le promesse sono trascorsi decenni

Tra i gazebo e le petizioni avviate da Gianni Rolando&co e le ripetute promesse politiche-elettorali, sono trascorsi decenni. Anni in cui ci si è - volenti o nolenti - abituati allo smog e al caos: «Qui dalle 4 del mattino i camion ti svegliano, è vero che non ci fai più caso dopo un po’, ma non è stato facile conviverci», ammette Creazzo. Ora, però, si cambia, con soddisfazione ma anche con tutti i timori che un’odissea trentacinquennale lascia in eredità. 
«Il reale “funzionamento” dell’opera lo testeremo quando si andrà a lavorare al mattino e si rientrerà la sera, io continuerò a percorrere strada Pasubio, ma vedremo se a Costabissara non si formerà un “imbuto” di mezzi pesanti». 
Confida in un forte alleggerimento del congestionamento viario anche Luca Cavalieri, che lungo la Pasubio risiede in realtà da pochi mesi: «Ho comprato casa qui, vicino al distributore di benzina, ad aprile». Trasferitosi da Ferrara con moglie e figlia - spostando anche l’attività di serramenti “Cavalieri Solutions” - non ha condiviso con gli altri abitanti i lunghi anni di battaglie, ma ne raccoglierà, con loro, i frutti. «In teoria, d’ora in poi, alla sera non dovremmo più essere bloccati alla rotonda dell’Albera e potremo rientrare a casa molto prima» è il roseo auspicio.

La speranza di tutti è di poter rientrare a casa prima

Uno scenario immaginato anche da Andrea Bedin, residente ultraventennale di Maddalene «affacciato su strada Pasubio». Tra caffè e lettura dei giornali, non manca di farsi il segno della croce, «ce l’abbiamo fatta». «Chi non vive qui non può capire cosa significhi la confusione generata dai camion, l’inquinamento, il rumore - spiega Bedin - negli ultimi tempi poi è peggiorata tantissimo». Anche agli inizi però, appena trasferitosi, non è stato facile: «Il primo mese non dormivo, poi ti abitui, però ho pensato molte volte di traslocare, in questi anni». 
Gli fa eco Annibale Zattera: «Ho preso casa lungo la Pasubio sette anni fa, proprio là - indica oltre la carreggiata, di fronte al Movida Cafè - ma solo perché affaccia verso l’interno, non avrei mai comprato in strada». 
Al “Divino Bistrot” di via Magellano, nel cuore del Villaggio del Sole, la titolare Gianna Professione si lascia andare ad un «finalmente», rilanciato anche dalla figlia Sara Maraschin. «Ho sempre lavorato qui, gestendo per tanto tempo anche il bar parrocchiale e per decenni abbiamo sentito parlare della bretella e dei benefici che avrebbe portato in tutta l’area - ricorda Professione - ora vedremo veramente come andrà». 

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