<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Sanità

Bimbi nati prematuri, sempre più casi al San Bortolo

I numeri nel reparto di terapia intensiva neonatale sono in aumento: nel 2024 già 14 casi. Nel corso del 2023 i bambini assistiti sono stati 250, dei quali 44 sotto il chilo e mezzo.

Una scriccioletta di appena mezzo chilo di peso figlia di genitori dell’Alto Vicentino. Una cosina piccola e tenera così che sta comoda come fosse un letto nel palmo della mano. Da quando è nata un mese fa di appena 22 settimane, vale a dire quello che è il limite ultimo per cercare di salvare chi nasce troppo prima del tempo valutando i segni clinici secondo scienza e coscienza, è una lotta ogni giorno a non finire, un andare avanti fra speranze e baratri su un filo tenue e fragile. In casi come questo di prematuri estremi, in cui complicazioni e rischi sono sempre in agguato, i bambini hanno quasi una possibilità su 4 di sopravvivere. I polmoni cominciano a funzionare alla 23esima settimana, le crisi respiratorie sono dietro l’angolo, patologie come l’ipertensione possono produrre uno stress fatale. E, dinanzi alla sofisticata culla termostatica in cui il suo cuoricino tenta di battere, la dottoressa Stefania Vedovato, responsabile della terapia intensiva neonatale del San Bortolo, si alterna giorno e notte con il suo staff di 13 medici e 30 infermieri pure loro strenui e instancabili per riuscire a vincere, come ha fatto centinaia di altre volte, una ardua battaglia per la vita. Lo stesso impegno si dedica agli altri bambini nelle stanze blindate di questo reparto dei miracoli (nel 2023 è stato fatto crescere e ora è a casa un pollicino nato che pesava meno di 400 grammi), e nei 15 posti oggi a disposizione ma che, secondo le ultime schede ospedaliere mai finora messe in pratica, dovrebbero essere 20. Cinque in più assolutamente indispensabili. 

Impennata di nascite premature nel 2024

Anche perché a Vicenza la domanda in terapia intensiva è costante. Nel 2023 i bambini assistiti sono stati 250, dei quali 44 sotto il chilo e mezzo. E dall’inizio del 2024 un’autentica impennata di nascite molto premature, 14 da tutto il Vicentino, e quindi, a cascata, decine di accessi in più. Questa è una rianimazione neonatale di terzo livello, cioè il massimo nella scala gerarchica del top assistenziale, il punto di riferimento per l’intera provincia, e, quando le richieste per gravi prematuri si moltiplicano o si reperiscono comunque spazi accentuando i carichi di lavoro oppure si deve fare rapido turnover trasferendo i piccoli meno gravi nelle terapie intensive di secondo livello di ospedali vicini, Arzignano, Camposampiero, Cittadella, Santorso.

E poi, qui, in questa struttura che opera all’interno del dipartimento guidato dal primario della pediatria Massimo Bellettato e fa parte di un network internazionale, esperienza, preparazione, la presenza di personale formato, oltre ad attrezzature e tecnologie di prim’ordine, sono tutti elementi che incidono sulla sopravvivenza, come testimoniano performances e percentuali di qualità negli interventi standard e nelle emergenze, e fanno la differenza rispetto ad altri centri neonatologici. Per questo la necessità di un potenziamento strutturale, che la neo-dg Patrizia Simionato ha già messo in agenda. 

Nuovo sistema di monitoraggio

E, in questo senso diventa ancora più preziosa la nuova donazione arrivata dalla Fondazione San Bortolo. Si tratta di un avanzato sistema di monitoraggio. Più nel dettaglio, di 5 apparecchi multi-parametrici e di una centrale di follow-up per la terapia intensiva, e di 2 monitor carrellati per la family room, lo specialissimo ambiente utilizzato in particolare per bambini sottoposti alle cure palliative o verso la dimissione. Il presidente Franco Scanagatta, sempre sul pezzo, anche lui in prima linea a fianco dell’ospedale, avuto sentore a luglio del 2023 di questa esigenza - i monitor delle culle erano 10, c’era bisogno di aggiungerne 5, ma soprattutto di centralizzare il controllo di tutte le 15 strumentazioni in una consolle che non c’era – ha lanciato il passaparola sull’onda della solidarietà. Hanno risposto generosamente aziende e istituti, fra cui Inglesina Baby, Zamperla Amusement Group, Banca Generali Private, Maglificio Miles, Eurocasting, Fitt. E si è raggiunta la somma che serviva: 100 mila euro

Franco Pepe

Suggerimenti