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L'accoglienza

Arrivati in pullman i primi 60 profughi nel Vicentino. «Ma è solo l’inizio»

di Karl Zilliken
Scatoloni pronti per essere inviati in Ucraina attraverso i viaggi di due traportatori (FOTO ZILLIKEN)
Scatoloni pronti per essere inviati in Ucraina attraverso i viaggi di due traportatori (FOTO ZILLIKEN)
Scatoloni pronti per essere inviati in Ucraina attraverso i viaggi di due traportatori (FOTO ZILLIKEN)
Scatoloni pronti per essere inviati in Ucraina attraverso i viaggi di due traportatori (FOTO ZILLIKEN)

«Sono una sessantina i profughi ospitati nel Vicentino». Lo rivela Anna Parovyak, mediatrice culturale e referente della numerosa comunità ucraina di Vicenza. Sta aiutando la squadra del Movimento volontario nata spontaneamente per gestire il flusso inarrestabile di aiuti che partono da Vicenza per arrivare oltre il confine polacco, ma sta anche cercando di fare il possibile per aiutare chi vuole percorrere la rotta al contrario con l’obiettivo di fuggire dalle bombe russe che devastano le città.

In fuga «Sono arrivati tra domenica e lunedì - rivela Parovyak - con due pullman, uno più grande che conteneva una cinquantina di persone e un pulmino che ne trasportava una decina. Sono ospitati da parenti e amici, famiglie ucraine che si erano rese disponibili. La cosa bella è che abbiamo un sacco di richieste di famiglie italiane che si offrono di ospitare qualcuno e noi li teniamo in considerazione perché ne arriveranno altri. Chi è già arrivato ha bisogno di qualche giorno di riposo. Sono molto provate». Si tratta soprattutto di donne e bambini. Alcuni sono ospitati in altri comuni della provincia. Il lavoro di Parovyak è anche tentare di stabilire un contatto con questura e prefettura per facilitare il lavoro di chi è preposto al controllo ma soprattutto la vita di chi sta fuggendo dalla guerra dal punto di vista burocratico. 

 

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La spola E se Parovyak dice che di sicuro nelle prossime ore arriveranno altri profughi e ci sarà bisogno di nuovi spazi per ospitarli non è una sensazione data dal peggioramento della situazione ma un “servizio” messo in piedi con le unghie e con i denti: «Abbiamo la possibilità di sfruttare il lavoro di due ragazzi, due trasportatori che hanno un lungo rapporto con Vicenza e il Veneto. Loro vorrebbero andare a combattere, si sentono in colpa e vorrebbero attraversare il confine ma io li ho pregati di non oltrepassarlo, perché altrimenti non potrebbero più tornare indietro. Spero di essere riuscita a convincerli di fare almeno due o tre volte il viaggio da Vicenza al confine polacco per portare da qui medicinali e per trasportare da lì persone che hanno bisogno di aiuto. Ieri mattina uno di loro è partito e siamo riusciti a inviare un grande quantitativo di insulina per i bambini di Leopoli, perché ce n’era un grande bisogno». 

Gli aiuti I ragazzi del Gruppo volontario Vicenza sono stati travolti dalla generosità dei vicentini. Pensavano di avere aiuto quasi solo dalla comunità ucraina e invece il flusso di borse per la spesa e scatoloni carichi di alimenti a lunga conservazione che viaggeranno verso l’Ucraina è stato incessante. «Martedì è partito il primo camion - racconta Parovyak - il punto di consegna resta il centro parrocchiale di San Giuseppe in via del Mercato nuovo. Poi noi imballiamo tutto, chiudiamo gli scatoloni e carichiamo nelle macchine per trasferire il materiale in un capannone che è stato messo a disposizione da un’azienda. Da lì trasferiamo i circa 33 bancali assieme ai trasporti di Padova e Treviso. Nei prossimi giorni faremo partire una nuova spedizione». «Noi siamo immigrati e per noi l’Ucraina è la patria da difendere - chiude Parovyak - ma per i nostri non è proprio così. Loro soffrono per l’Ucraina ma si sentono allo stesso modo italiani e farebbero la stessa cosa per l’Italia, per questo è brutto che vengano considerati stranieri anche se nascono qui. In questi anni ho visto che la società ha perso di vista il bene comune per pensare solo al bene del singolo e questo non va bene».

Le richieste Nei giorni scorsi sono arrivati molti vestiti e per il momento, quindi, i volontari chiedono di concentrarsi su altri generi, oltre al cibo a lunga conservazione. In particolare i bisogni sono orientati su pannolini, latte in polvere, abbigliamento solo per neonati, cibo per bambini a lunga conservazione non in vetro, tonno con mais o fagioli, cracker, pane secco in sacchetto, succhi, bibite, biscotti e dolci vari. Per l’igiene personale sapone, shampoo, salviette umidificate, fazzoletti, carta in rotolo e assorbenti, cibo per animali, garze, analgesici, antipiretici, cerotti, disinfettanti, siringhe, flebo ma anche piatti e stoviglie in plastica e carta.  

 

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