<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il caso a Vicenza

Apologia del fascismo. Portavoce del Mis denunciato

di Valentino Gonzato
Gian Luca Deghenghi, portavoce del Movimento Italia sociale Vicenza, denunciato per le frasi nell'intervista rilasciata al GdV e lo striscione riferito all'olio di ricino
Lo striscione Affisso a Porto Burci contro la "Pastasciutta antifascista"
Lo striscione Affisso a Porto Burci contro la "Pastasciutta antifascista"
Lo striscione Affisso a Porto Burci contro la "Pastasciutta antifascista"
Lo striscione Affisso a Porto Burci contro la "Pastasciutta antifascista"

Apologia del fascismo e minaccia aggravata. Sono i reati che la questura contesta a Gian Luca Deghenghi, portavoce del Movimento Italia sociale Vicenza. Secondo la Digos che lo ha denunciato, il capo del movimento di destra con sede in corso San Felice, inaugurata provocatoriamente proprio lo scorso 25 aprile, giorno della Festa nazionale della liberazione dal nazifascismo, avrebbe oltrepassato il limite in un'intervista pubblicata sul GdV lo scorso 27 luglio e si sarebbe inoltre attribuito la paternità dello striscione minatorio affisso nei giorni precedenti a Porto Burci contro la "Pastasciutta antifascista".La questura mantiene il massimo riserbo.

Le denunce a carico di Deghenghi scattate nei giorni scorsi

Secondo quanto è stato comunque possibile ricostruire, le denunce a carico di Deghenghi sarebbero scattate nei giorni scorsi. Durante l'intervista il portavoce del Mis si era autodefinito «fascista» e lasciato andare ad alcune affermazioni quantomeno discutibili in cui elogiava il fascismo. Non aveva corretto il tiro delle proprie parole nemmeno quando gli era stato fatto più volte notare che alcune frasi cozzavano contro la realtà. Anzi, aveva tirato dritto spingendosi fino a dire che il fascismo «è stato un regime autoritario con consenso amplissimo», dimenticando la coercizione dell'epoca.

Leggi anche
Vicenza, striscione contro la "pastasciutta antifascista". A Rosà la sindaca vieta l'iniziativa

Ha rivendicato l'affissione dello striscione di Porto Burci

Nella stessa intervista, e in un comunicato stampa diffuso ai media locali, il numero uno del Mis aveva inoltre rivendicato l'affissione dello striscione srotolato fuori da Porto Burci in concomitanza con la tradizionale iniziativa che si teneva il 25 luglio per festeggiare la destituzione di Benito Mussolini. Il messaggio ("Se manca olio, lo portiamo noi") conteneva un chiaro riferimento all'olio di ricino, lo strumento di tortura utilizzato nel Ventennio contro gli oppositori. Da qui l'accusa di minaccia aggravata a carico di Deghenghi.

Le indagini ancora in corso

Le indagini per risalire all'identità degli autori materiali dello striscione sarebbero invece ancora in corso. Così come rimarrebbero in sospeso anche le valutazioni da parte della Digos sui comportamenti tenuti dal capo del Mis e da alcuni militanti in occasione dell'ultima manifestazione legata all'Eccidio di Schio e dell'inaugurazione della sede del Mis della scorsa primavera. La questura mantiene il silenzio anche su quest'ultima circostanza.

Suggerimenti