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L’attesa è finita, apre la nuova dialisi

Dopo una lunga attesa è pronto ad entrare in servizio il nuovo reparto di dialisi al San Lorenzo. ARCHIVIO
Dopo una lunga attesa è pronto ad entrare in servizio il nuovo reparto di dialisi al San Lorenzo. ARCHIVIO
Dopo una lunga attesa è pronto ad entrare in servizio il nuovo reparto di dialisi al San Lorenzo. ARCHIVIO
Dopo una lunga attesa è pronto ad entrare in servizio il nuovo reparto di dialisi al San Lorenzo. ARCHIVIO

L’attesa è stata lunga, più di due anni, ma alla fine tra ritardi e problemi con una ditta appaltatrice, il traguardo è stato raggiunto. Aprirà martedì la nuova dialisi di Valdagno, reparto con sale rinnovate e macchinari all’avanguardia per il quale sono stati messi sul piatto 1 milione 200 mila euro. Un investimento atteso che va a risolvere l’annosa questione della vecchia dialisi, ospitata negli interrati del vecchio San Lorenzo e più volte al centro di polemiche e problemi per l’inadeguatezza della struttura. Da qui la necessità di ricominciare da zero, senza più tamponi. La scelta è ricaduta sugli spazi al piano terra del nuovo San Lorenzo. I lavori erano partiti nell’aprile del 2015 e da cronoprogramma avrebbero dovuto concludersi dopo otto mesi. Tempi che alla fine sono praticamente raddoppiati. Adesso però ci siamo. Lunedì dovrebbero essere conclusi gli allestimenti con la collocazione del letti (una decina) e martedì dovrebbero iniziare i trattamenti. Condizionale d’obbligo, visto che manca ancora la comunicazione ufficiale della Regione, ma se ritardi dovessero esserci, sarebbero comunque di pochi giorni e per imprevisti dell’ultimo minuto.

Intanto l’altra sera Giovanni Pavesi, direttore generale dell’Ulss 8 (61 comuni per un bacino di circa 500 mila utenti), dove è stata incorporata l’ex Ulss 5, è stato ospite del Lions Club Valdagno, presieduto da Fabio Miserocchi, per un confronto sulla sanità. La difesa del San Lorenzo è una infatti una battaglia del territorio con amministrazioni, cittadini e associazioni schierati compatti.

Oltre al dg Pavesi, presente anche il direttore socio-sanitario Salvatore Barra. Entrambi hanno illustrato ai soci del club e agli amministratori presenti il futuro della sanità valdagnese, ma non solo, sottolineando il ruolo prioritario delle strutture sanitarie territoriali e indicando l’ospedale come luogo per le emergenze e le acuzie. «Il disegno legato alla riorganizzazione delle Ulss è chiaro - ha spiegato Pavesi - Vicenza, con 787 posti letto, è l’ospedale centrale, l’“hub“, attorno al quale girano altri tre ospedali, ossia Valdagno, con 140 posti letto, Arzignano-Montecchio e Noventa, mentre Lonigo è destinato all’attività riabilitativa». «L’obiettivo - ha aggiunto - è fare in modo che in ospedale ci vada solo chi ha veramente bisogno, mentre i pazienti cronici devono essere presi in carico dalle altre strutture del territorio. Oggi a livello regionale c’è una media di tre letti ogni mille abitanti, i posti vanno quindi utilizzati in modo appropriato, ma questo è possibile solo se funziona l’assistenza domiciliare e la presa in carico del paziente. I medici di base devono organizzarsi in forme associate, con le medicine di gruppo. Questa è una delle sfide più importanti, anche se si incontrano a volte delle resistenze. A Valdagno c’è una struttura con 12 medici per un bacino di 996 assistiti, a Cornedo ne è in arrivo un’altra». Poi le parole che i presenti aspettavano: «Il San Lorenzo nella nostra programmazione è un ospedale confermato come ospedale di rete. Bisogna però capire cosa vogliamo farci. Vanno garantite le specialità di base, con il massimo della qualità, ma anche un’integrazione nei servizi con Vicenza e gli altri poli». Si guarda anche avanti: «Sull’ospedale di Valdagno nel 2016 è stata calcolato un valore di 16 milioni di euro di attività, di cui un milione relativo a prestazioni per pazienti da altre Ulss. Per i prossimi anni vorremmo renderlo più attrattivo, almeno su alcune specialità», ha concluso Pavesi.

Alessia Zorzan

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