Un fiocco azzurro che ha il sapore della rinascita. Dopo 51 anni dall’ultima bambina venuta al mondo il 9 febbraio del 1972, in contrada Cengio di Cerealto, è nato Francesco. Un pugno di case, sulle colline di Valdagno, che si raggiunge dopo aver percorso circa tre chilometri dal fondovalle. L’ultimo chilometro non è asfaltato e, attraversando il bosco di castagni, porta al piccolo borgo dove Luca Barba Orsato, 33 anni, e Martina Mantese di 25, il 19 luglio scorso, hanno festeggiato il loro primogenito.
Tra gli anni '70 e '80 la contrada aveva una trentina di abitanti
Una contrada dove tra gli anni ’70 e ’80 si contavano una trentina di abitanti e che lo scorso anno ha salutato l’ultima testimone di quell’epoca, Bertilla Canapei, scomparsa a 92 anni.
La storia dei due neo genitori inizia due anni fa ma già 5 anni prima Luca, perito chimico, aveva lasciato la vita di città per inseguire il suo sogno: lavorare a stretto contatto con la natura. E quale posto migliore se non una contrada che sorge dove la strada finisce e gli unici rumori sono quelli del bosco?
Nasce l'azienda agricola L'Erbaccia
È nata così l’azienda agricola “L’erbaccia” che oggi vede il neo papà alzarsi alle 5 per prendersi cura di coltivazioni e animali e deporre gli attrezzi dopo le 21. «Dopo aver lasciato Recoaro dove sono cresciuto, ho abitato a Vicenza e a Montecchio - racconta Barba Orsato -. Ho lavorato per due grandi aziende spendendo il mio diploma e nel tempo libero ho girato l’Europa, sono andato in Australia e negli Stati Uniti. Durante un viaggio di 4 mesi in autostop ho deciso che era arrivato il momento di cambiare vita. E ho pensato a questa contrada che avevo scoperto per caso molto anni fa perché ero venuto a scalare qui vicino. Sono riuscito a comprare la casa e pian piano con l’aiuto di amici e parenti ho iniziato a restaurarla per venire ad abitarci. C’è ancora tanto da fare, ma un passo alla volta».
Un nuovo progetto di vita da agricoltore
È iniziato così il nuovo progetto di vita che oggi vede Luca coltivare ortaggi, verdure, prendersi cura di alberi da frutto circondato da 50 galline e dalle api che entrano ed escono dalle arnie. «Questa è una terra vulcanica e la coltivazione su roccia lavica dà sapori unici e intensi - prosegue il neo papà -. La mia è un’attività biologica in cui ho messo al bando pesticidi e prodotti chimici utilizzando invece, ad esempio, decotti d’aglio e di ortica macerati. Ho sempre inseguito il sogno dell’auto-sostentamento e qui ho trovato il posto in cui realizzarlo. Oggi abbiamo perso il contatto con la natura e dobbiamo recuperarlo. Inoltre, realtà come le contrade sono occasioni uniche per riappropriarsi delle relazioni: ci si aiuta a vicenda e s’instaurano rapporti umani veri».
Il sogno di ripopolare la contrada con una piccola "comune"
Ora con l’arrivo di Francesco anche Martina ha deciso che è arrivato il momento di dare una svolta alla propria vita: «Farò la mamma a tempo pieno e aiuterò Luca a portare avanti l’azienda agricola. Crescere nostro figlio in questo posto sarà una cosa bellissima. Abbiamo già iniziato a portarlo nell’orto e a farlo avvicinare agli animali». Per il futuro si pensa a «recintare un ettaro di bosco per allevare maialini neri di cinta senese - dice Luca - ed a ripopolare la contrada creando una sorta di “piccola comune”». Il primo passo i due giovani genitori l’hanno fatto e hanno tutta l’intenzione di proseguire sulla strada intrapresa.