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Valdagno

Caso Benetti
«Ergastolo a Bilella
ci siamo tolti peso»

Uno dei sopralluoghi dei carabinieri del Ris a villa Adua, la casa di campagna di Francesca Benetti. ARCHIVIO
Uno dei sopralluoghi dei carabinieri del Ris a villa Adua, la casa di campagna di Francesca Benetti. ARCHIVIO
Uno dei sopralluoghi dei carabinieri del Ris a villa Adua, la casa di campagna di Francesca Benetti. ARCHIVIO
Uno dei sopralluoghi dei carabinieri del Ris a villa Adua, la casa di campagna di Francesca Benetti. ARCHIVIO

Ergastolo ad Antonino Bilella. Il giorno dopo la sentenza, il fratello di Francesca Benetti, Alessandro, è molto provato: «Ieri è stata una giornata durissima - confessa - Mia nipote Eleonora, figlia di mia sorella, ed io ne siamo usciti molto stanchi. L'adrenalina ci ha permesso di arrivare fino a sera, ma oggi sono veramente sfinito».

Ma una cosa ci tiene a dire: «La sentenza è giusta e finalmente ci siamo tolti un peso - aggiunge - Siamo soddisfatti per la pena inflitta, anche se la nostra unica preoccupazione resta ancora quella di sapere dove è il corpo di Francesca. Bilella non ha ancora detto dove si trova e noi non siamo ancora riusciti a piangere e pregare su una tomba, perché ci è stata tolta la possibilità di darle l'ultimo saluto».

E se gli si chiede se ha paura che la pena possa essere mitigata dopo il ricorso in appello, Benetti spiega che «Bilella farà sicuramente ricorso e, per questo, la vicenda avrà nuovi approfondimenti. Ma non ci voglio pensare, perché adesso l’unica cosa che ho in mente è il dolore per la perdita di mia sorella che non si è affatto ridotto, nonostante siano passati più di due anni dalla sua scomparsa».

La corte d'Appello di Grosseto, dopo oltre otto ore di camera di consiglio, l'altra sera ha condannato Antonino Bilella all'ergastolo con isolamento diurno di due mesi per omicidio premeditato, distruzione di cadavere, stalking e violenza sessuale. I giudici hanno accolto le istanze dei pm che avevano chiesto il carcere a vita, riducendo solo la pena accessoria dell'isolamento diurno per cui erano stati chiesti almeno 6 mesi. È stata riconosciuta anche una provvisionale per i famigliari dell'insegnante valdagnese di 55 anni, comparsa il 4 novembre 2013 da villa Adua di Gavorrano, in Maremma, di cui era custode Bilella: 800 mila euro in totale. Ai due figli di Francesca, trasferitasi da Valdagno circa 30 anni fa, andranno 300 mila euro a testa, mentre al fratello 200 mila. La condanna è una delle pochissime all'ergastolo in Italia senza che sia stato rivenuto il cadavere: a convincere i giudici della colpevolezza del custode 71enne (che non ha mai confessato) sono stati i molti indizi messi a reperto anche dai carabinieri del Ris. Sangue appartenente a Francesca è stato trovato anche nell'auto di Bilella.

La notizia della condanna all'ergastolo ha fatto velocemente il giro di Valdagno. In molti parlano della vicenda. «Penso sempre alla povera mamma di Francesca - dice Antonio Guiotto - che è morta di dolore senza poter conoscere la verità e senza dare una degna sepoltura a sua figlia». Rosanna Sbalchiero aggiunge: «Se è vero che è stato lui, finalmente è stata emessa una sentenza con una condanna proporzionata». Daniele Cozza ritiene che «la magistratura ha valutato le prove che aveva in mano e se le ha ritenute schiaccianti, ha fatto bene a condannarlo a vita». Per Marisa Vencato «la condanna all'ergastolo può essere rischiosa senza aver ancora trovato il corpo di Francesca Benetti».

Karl Zilliken

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