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Thiene

Si è autoespulso
Rimpatrio
a sue spese

di Marco Billo
Uno dei due cittadini marocchini ha chiesto e ottenuto l’espulsione dal giudice. STUDIOSTELLA BREGANZE-CISCATO
Uno dei due cittadini marocchini ha chiesto e ottenuto l’espulsione dal giudice. STUDIOSTELLA BREGANZE-CISCATO
Uno dei due cittadini marocchini ha chiesto e ottenuto l’espulsione dal giudice. STUDIOSTELLA BREGANZE-CISCATO
Uno dei due cittadini marocchini ha chiesto e ottenuto l’espulsione dal giudice. STUDIOSTELLA BREGANZE-CISCATO

Sono emersi nuovi dettagli sulla vicenda degli abusivi di via Marconi: Mohamed Bennoune, 45enne di nazionalità marocchina, oltre ad aver richiesto al giudice (per il fatto che si trovava ai domiciliari) l’espulsione dall’Italia, ottenendola poche settimane fa, non potrà più mettere piede su suolo italiano per diversi anni, almeno cinque, salvo per il processo. E a pagarsi il viaggio è stato lui stesso.

Il nordafricano viveva assieme ad Adil Chabab, connazionale di 35 anni, in un’abitazione al civico 13 di via Marconi a Thiene, occupata irregolarmente da oltre un anno. Lì erano abusivi, insomma. Proprio perché individuata come loro domicilio, anche se non correttamente, a maggio il giudice ha imposto ai due l’obbligo di permanenza domiciliare notturna come misura cautelare a seguito del loro arresto effettuato dai carabinieri della compagnia di Thiene. Stando alle indagini degli uomini dell’Arma, infatti, Bennoune e Chabab erano stati trovati in possesso di una settantina di grammi di hashish che per i militari i due avrebbero utilizzato ai fini dello spaccio. La padrona dell’abitazione, una scledense, ha richiesto l’aiuto al comitato cittadino “PrimaNoi” per tentare di risolvere la faccenda e liberare la casa dagli abusivi. A far scattare la richiesta di espulsione, recentemente accettata dal giudice, era stata la paura per le minacce di morte e per le intimidazioni con sfondamento della porta di ingresso della casa ai danni dei due nordafricani. Circa tre mesi fa, infatti, l’uomo tramite il suo avvocato, Anna Sambugaro, ha richiesto al giudice la revoca degli obblighi di firma, di permanenza domiciliare notturna e di dimora nel Comune di Thiene: misure cautelari disposte in attesa della conclusione dei procedimenti che il 45enne ha a suo carico. «La sospensione dei provvedimenti è stata concessa perché il mio assistito ha voluto l’espulsione dall’Italia - spiega l’avvocato dei due nordafricani - Non succede spesso perché raramente viene richiesta autonomamente. Anzi, solitamente non c’è la volontà di tornare al proprio Paese di origine. Il giudice ha quindi esaminato nel dettaglio il caso, valutando le misure disposte. Questa eventualità non è prevista per tutti i tipi di reato. Per i più gravi, ad esempio, non è possibile avanzare questo tipo di istanza. In ogni caso i procedimenti proseguiranno fino alle sentenze».

Ora ad abitare irregolarmente il civico 13 di via Marconi, dunque, rimane solo Chabab per il quale il legale intende richiedere un obbligo di firma anziché quello di permanenza domiciliare notturna attualmente disposto.

Sulla vicenda si è espresso anche il comitato cittadino “PrimaNoi” intervenuto a sostegno della proprietaria di casa. «Seguendo i canoni della trasparenza e della legalità, abbiamo operato alla luce del sole per creare un ambiente ostile agli abusivi - dichiara il rappresentante del comitato Alex Cioni - Abbiamo le nostre buone ragioni per credere che entro il 30 settembre, termine ultimo per sgomberare la casa, non ci sarà più nessuno all’interno. Altrimenti torneremo. Dovrebbe essere lo Stato italiano ad allontanare questi soggetti. È paradossale ciò che è successo. Uniti siamo riusciti a superare i problemi derivanti dall’inefficienza della giustizia italiana».

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