<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Morta in casa, attesa per l’autopsia

I risultati dell’autopsia, della prova dello stub e delle impronte digitali trovate sulla pistola per chiudere definitivamente l’indagine sulla disgrazia avvenuta martedì mattina in via Aldo Moro a Marano. Sono gli elementi che mancano agli inquirenti per spiegare la morte di Anna Filomena Barretta, di 42 anni, uccisa da un colpo di pistola alla testa nella camera da letto dell’appartamento che continuava a frequentare nonostante la recente separazione dal marito, Angelo Lavarra, guardia giurata di un anno più vecchio di lei. Per tutta la giornata di martedì gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Luigi Salvadori che aveva assistito al sopralluogo, non escludevano alcuna ipotesi: dal suicidio all’omicidio. Durante le sei ore trascorse nella caserma di via Muggia in città, Lavarra aveva spiegato ai carabinieri gli ultimi drammatici momenti di vita dell’ex compagna. Un racconto straziante che avrebbe trovato conferme ulteriori con il passare delle ore. E così, il giorno dopo la drammatica vicenda, le indagini condotte dai militari del nucleo investigativo avevano virato sul gesto volontario da parte della donna. Barretta, al termine di un litigio con l’ex marito, sarebbe andata nella camera da letto dove sapeva di trovare la Beretta calibro 9x21, detenuta regolarmente dalla guardia giurata, e avrebbe fatto fuoco. «Sono sconvolto, la mia ex moglie Anna si è tolta la vita con un colpo di pistola, ha usato la mia che avevo messo nell’armadio, accorrete» aveva detto Lavarra durante la drammatica telefonata per lanciare l’allarme. Anna non ha lasciato alcun biglietto. «Conduceva una vita normale - ha raccontato una collega della donna che lavorava al Carrefour di Thiene -. La separazione l’aveva provata». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valentino Gonzato

Suggerimenti