<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Breganze

Il piccolo Filippo
sconfitto dal male
a soli sette anni

Il piccolo Filippo in un'immagine sorridente
Il piccolo Filippo in un'immagine sorridente
Il piccolo Filippo in un'immagine sorridente
Il piccolo Filippo in un'immagine sorridente

«Era un piccolo grande guerriero e ora è diventato il nostro angelo». E un guerriero lo era davvero Filippo Graziani, il bimbo breganzese di 7 anni scomparso venerdì pomeriggio mentre si trovava ricoverato nel reparto di pediatria dell'ospedale San Bortolo di Vicenza. Il suo ricordo resterà nel cuore di mamma e papà.

Se n'è andato quando ancora doveva scoprire le vere gioie della vita, provato da un male incurabile, un tumore molto raro alla testa diagnosticato il 19 novembre 2015 che, colpendo tutto il sistema nervoso del cervello, in poco tempo lo ha costretto a vivere su una sedia a rotelle. Una malattia infima, non operabile, contro la quale il piccolo Filippo per primo e poi mamma Alessandra, papà Diego, il fratello maggiore Tommaso (13 anni) hanno combattuto fino all'ultimo respiro sorretti da una profonda fede cristiana.

Adesso questo piccolo angelo è salito in cielo, si trova lassù in Paradiso. Adesso Filippo non soffre più, è in un luogo sicuro, tra le braccia del Signore che si prenderà per sempre cura di lui. Una tragedia per questa famiglia che vive a Breganze e che in un anno ha dovuto farsi forza sapendo che prima o poi il loro “guerriero” avrebbe dovuto smettere di combattere, li avrebbe dovuti lasciare per attraversare il ponte.

MALATTIA. La testa lo sa, ma per il cuore di una mamma e di un papà il dramma della perdita di un figlio rimane comunque inaccettabile. «Filippo aveva appena iniziato la prima elementare in paese quando, a distanza di nemmeno un mese, gli è stato diagnosticato questo male incurabile – racconta affranta mamma Alessandra – Difficile conciliare scuola e malattia e così, dopo poco, è stato costretto a rimanere a casa, in compagnia nostra e di suo fratello Tommaso. Gli era difficile, infatti, ricevere troppe visite perché il rischio di contrarre infezioni era troppo alto. Il mio cucciolo, il mio “guerriero” però ha sempre affrontato tutto, chemioterapia e radioterapia comprese, senza mai lamentarsi. E quando medici, parenti, amici gli chiedevano “Come stai?”, lui rispondeva “Bene”. La sua voglia di vivere era talmente forte che da genitori non abbiamo voluto rinchiuderlo in una stanza di ospedale. E così lo abbiamo tenuto con noi fino all'ultimo, fino a quando non ci sono state alternative, perché volevamo regalargli una vita che fosse il più possibile normale. Da mamma ho imparato a fare tutto, anche le flebo, e sempre da mamma cercavo di portarlo fuori casa perché si distraesse, perché respirasse il mondo che c’era attorno a lui». E così, giorno dopo giorno, mese dopo mese, Filippo è rimasto nella sua casa di Breganze fino a pochi giorni fa, fino a quando il ricovero nel reparto di pediatria dell'ospedale di Vicenza è diventato indispensabile. E lì si è spento venerdì pomeriggio.

AMORE DELLA FAMIGLIA. «Se n'è andato serenamente – prosegue la mamma - sembrava davvero un angelo da quanto era bello. Negli ultimi giorni non ha più sofferto, come se sapesse che stava per raggiungere un luogo di pace eterna. Credendo di rispettare un desiderio di Filippo, il nostro cucciolo dal cuore grande e generoso, ieri mattina (sabato per chi legge, ndr) Diego ed io abbiamo deciso di dare il consenso per il trapianto delle cornee, in modo che qualche altro bambino possa tornare a vedere con gli occhi del nostro angelo». «Siamo convinti che Filippo sia felice di questa scelta – commenta papà Diego – Cosa porterò nel cuore di mio figlio? La sua grinta, la sua trasparenza, la sua naturale allegria, il suo splendido sorriso, la voglia di scherzare sempre con suo fratello Tommaso. Il suo eroe. Filippo era l'ombra del fratello maggiore, lo seguiva ovunque. Non si è mai perso un allenamento di Tommaso a hockey, amava giocare con lui e con i suoi compagni di squadra. Per questo Filippo era più grande dei bambini della sua età, più maturo, più intelligente. Era un bambino davvero speciale. In questo percorso difficilissimo – prosegue il padre - la fede ci ha aiutato tanto a superare il dolore della malattia e so che adesso ci permetterà anche di continuare ad andare avanti proprio come avrebbe desiderato Filippo. In realtà lui rimarrà sempre con noi, solo che ci sarà vicino in una forma diversa».

COMUNITÀ. La notizia, un anno fa, della malattia di Filippo aveva sconcertato l'intera comunità di Breganze. Una comunità piccola, ma che in questi mesi ha trovato sempre il modo per far sentire la sua vicinanza alla famiglia Graziani. Chi con un sorriso, chi con una stretta di mano, chi con un abbraccio, chi con una preghiera. Molti fedeli, infatti, spontaneamente hanno scelto di formare dei gruppi di preghiera per affidare la sorte del piccolo Filippo al Signore. Tra questi in prima linea il parroco, don Giacomo Prandina, che venerdì pomeriggio, venuto a conoscenza della tragedia che ha spezzato troppo presto la vita del bambino, è stato una delle prime persone a voler portare il suo cordoglio a mamma Alessandra e papà Diego. «Ricorderò sempre Filippo - conferma don Giacomo - come una bambino straordinario che ha lottato fino alla fine».

Silvia Dal Maso

Suggerimenti