<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Marano

«Alex, il mio
guerriero ha
aperto gli occhi»

Alex si trova ancora ricoverato all’ospedale San Bortolo di Vicenza
Alex si trova ancora ricoverato all’ospedale San Bortolo di Vicenza
Alex si trova ancora ricoverato all’ospedale San Bortolo di Vicenza
Alex si trova ancora ricoverato all’ospedale San Bortolo di Vicenza

MARANO. Venerdì è stato l'ultimo giorno di scuola anche per lui. Non ha potuto festeggiare, assieme ai suoi compagni della terza elettrotecnico dell’Itis De Pretto di Schio ma, in qualche modo, Alex c'era.

C'era nell'abbraccio di Marano e di Schio che, dallo scorso sabato, avvolge la famiglia Pietribiasi. C'era in campo con gli amici che, per il torneo di calcio di fine anno scolastico, hanno indossato la maglietta “Forza Ciocca”, come era soprannominato il ragazzo. E c'era, soprattutto, in quella stanza dell'ospedale San Bortolo di Vicenza dove, per la prima volta dal terribile incidente in moto che l'ha ridotto in coma, Alex ha reagito, aprendo gli occhi.

Un riflesso ancora molto debole al richiamo di medici e infermieri ma che arriva a squarciare il buio profondo dello stato d'incoscienza in cui si trova relegato, in un quadro clinico ancora serissimo.

Ad annunciare il primo flebile, ma comunque incoraggiante, progresso, è mamma Anna Maria Tessaro, provata da giorni di angoscia e dolore ma determinata a infondere al suo “guerriero” tutto il coraggio per affrontare la sfida più dura.

«È successo giovedì, l'infermiera l'ha chiamato, pronunciando il suo nome e lui ha aperto gli occhi. Significa che alcuni stimoli li percepisce e ora, piano piano, potrebbe cominciare a svegliarsi. È un piccolo passo in avanti anche se i medici per ora non si esprimono».

Nel limbo in cui la famiglia Pietribiasi, mamma Anna Maria, papà Luca, i fratelli Erick e Giada, si trova a vivere da quel maledetto sabato 3 giugno, c'è spazio per una profonda gratitudine verso conoscenti, compaesani, medici e forze dell'ordine.

«Non possiamo che ringraziare tutti, non credevamo che la gente volesse così bene ad Alex -dice mamma Anna Maria - La scuola ci sta vicina, dalla preside al comitato genitori, per non parlare della comunità di Marano, dove abbiamo vissuto per trent'anni (la famiglia vive ora a Rio di Giavenale, a Schio)».

E proprio a Marano si stava recando sabato 3 giugno Alex, per un appuntamento a calcetto con alcuni amici quando lungo la sua strada, in via della Stazione, aveva incrociato la Ford Mondeo di un 57 anni, cittadino marocchino, residente in paese.

La vettura aveva centrato la Husqvarna 125 di Alex («ha preso la patente a settembre, ama follemente la sua moto ma è sempre stato molto prudente», assicura mamma Anna Maria) che, nel violento impatto a terra, aveva perso il casco, perdendo subito conoscenza.

L’automobilista però, invece di fermarsi a soccorrere il giovane, era subito ripartito: rintracciato poche ore dopo dalla polizia locale Alto Vicentino, è stato denunciato per lesioni stradali gravissime, omissione di soccorso e fuga. «Quando ho saputo che era scappato sono stata molto male - racconta la mamma - Spero solo che la giustizia faccia il suo corso. Immagino che quell'uomo abbia dei figli e suppongo che avrà modo di riflettere su quello che ha fatto, lasciando un ragazzo a terra in fin di vita». Ora, per Anna Maria e la sua famiglia, è tempo solo di pensare ad Alex, al suo ragazzone che, con la forza dei suoi 17 anni, non smette di lottare: «Sappiamo che sarà un percorso lungo e difficile - spiega la mamma di Alex - perché ha subìto già un intervento di otto ore alla colonna vertebrale e ha altre lesioni, ma non perdiamo la speranza».

Giulia Armeni

Suggerimenti