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Schio/Asiago

Papà di 32 anni morì d'infarto. «Si poteva salvare». La famiglia chiede i danni

Una fine tragica per Michael Casarotto, 32 anni, giardiniere di Magrè
Una fine tragica per Michael Casarotto, 32 anni, giardiniere di Magrè
Una fine tragica per Michael Casarotto, 32 anni, giardiniere di Magrè
Una fine tragica per Michael Casarotto, 32 anni, giardiniere di Magrè

Michael avrebbe potuto essere salvato. Se fosse stato trasportato in un ospedale con la cardiochirurgia, o comunque in una struttura in grado di intervenire tempestivamente, il suo cuore avrebbe retto. È l'ipotesi dei consulenti, a partire da quello della famiglia Casarotto, il professor Gaetano Thiene, che ha analizzato a fianco degli esperti nominati dalla procura la cartella clinica del giardiniere di 32 anni deceduto nel febbraio 2021 all'ospedale di Asiago per un infarto improvviso. E ora, sulla scorta di queste risultanze, i famigliari della vittima - tutelati dagli avv. Gianmartino Fontana e Paolo Pentella - avvierà una causa civile per chiedere all'Ulss 7 un risarcimento dei danni per la perdita del congiunto, che ha lasciato nel dolore anche una figlioletta di 5 anni.

Il dramma Michael Casarotto, che viveva a Magrè e che lavorava con il padre Adriano come giardiniere, un'attività che amava e che lo portava quotidianamente a contatto con la gente, si era sentito male il 5 febbraio. Forti dolori in particolare all'addome avevano convinto il padre a portarlo d'urgenza al pronto soccorso di Santorso, dove era stato sottoposto prima al tampone Covid (era risultato negativo) e quindi ai primi accertamenti, che avevano fatto comprendere che fosse affetto da un'infiammazione del pancreas. I sanitari avevano nel frattempo stabilito di trasferirlo ad Asiago, dove era stato programmato un intervento chirurgico; ma il 7, prima di entrare in sala operatoria, Michael era stato colpito da un arresto cardiaco improvviso che lo aveva stroncato.

L'indagine Dopo un esposto presentato dai famigliari, la procura aveva avviato un'indagine che, seguita dal pubblico ministero Angelo Parisi, è in corso. Non vi sarebbero indagati; non era stata eseguita l'autopsia (la salma era stata già cremata), ragion per cui gli accertamenti sono stati compiuti sulla documentazione acquisita dai carabinieri. Sia il pm che i parenti della vittima hanno nominato dei consulenti.

Le ipotesi La relazione del prof. Thiene, docente universitario a Padova di patologia cardiovascolare, darebbe conferma al sospetto dei famigliari di Michael, e cioè che il giovane si sarebbe potuto salvare. Dalla documentazione è emerso che i problemi cardiaci di Casarotto erano emersi ad Asiago, tanto che venne chiesto un parere telematico ad un cardiologo di Bassano (ad Asiago non vi sono i reparti di cardiologia e unità coronarica). Secondo il consulente di parte - le cui valutazioni sarebbero state in parte confermate da quelli del magistrato - la patologia doveva essere monitorata costantemente, e questo sarebbe potuto avvenire, contestano i legali, «in realtà ospedaliere più strutturate e maggiormente indicate per affrontare le problematiche di Casarotto, come Bassano e Vicenza». Anche un utilizzo corretto e tempestivo del defibrillatore poteva essere utile in quei terribili momenti. Ragion per cui la famiglia Casarotto, oltre all'esposto penale, avvierà ora anche l'iter civile.

Diego Neri

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