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Schio

Mamma e quattro bambini giunti nel cuore della notte

Mamma afghana in cerca di una nuova casa con il suo bambino (Foto Ansa)
Mamma afghana in cerca di una nuova casa con il suo bambino (Foto Ansa)
Mamma afghana in cerca di una nuova casa con il suo bambino (Foto Ansa)
Mamma afghana in cerca di una nuova casa con il suo bambino (Foto Ansa)

Sono riusciti a mettere piede nel loro nuovo appartamento non lontano dal centro di Schio intorno alle 4 di ieri mattina. I quattro bambini della nuova famiglia afghano-scledense hanno dormito molte ore per riprendersi dal lungo viaggio che li ha portati in provincia di Vicenza e che ha messo la parola “fine” a una traversata molto più difficile e inaspettata affrontata con la mamma e lo zio.

Gli operatori della cooperativa Casa Servizi che gestiscono l’accoglienza si sono attivati da subito per capire quali fossero le prime esigenze della famiglia e si sono dovuti scontrare con più di un ostacolo. Il primo è stato quello linguistico, un aspetto di non poco conto: la madre e capofamiglia, che è stata accompagnata nel viaggio dal fratello del marito, oltre alla lingua della terra nativa si esprime solo con qualche parola di arabo. La comunicazione è estremamente difficile anche se la gratitudine per quanti si stanno spendendo per loro è evidente negli sguardi. 

Gli operatori hanno scelto la linea della massima delicatezza e della riservatezza. Ieri pomeriggio il sindaco Valter Orsi e il vice Cristina Marigo, che ha anche le deleghe al sociale, hanno raggiunto i nuovi cittadini scledensi per tendere da subito la mano della città e capire quali possano essere le loro esigenze più immediate. «È stato un incontro molto bello - ha raccontato Orsi al termine del breve momento di primo contatto - ci siamo presentati e abbiamo cercato, tramite gli interpreti, di avere un piccolo rapporto di presentazione e di capire anche quali siano le prime necessità. Tra queste c’è anche quella dell’inserimento dei bambini a scuola. Hanno tutti un’età da “istituto comprensivo”, dall’asilo alle scuole medie. Sono persone splendide. Ora, in stretto accordo con l’agenzia che li sta seguendo, staremo alle indicazioni della prefettura». 

Non hanno potuto esprimere la loro gratitudine se non con gli occhi proprio a causa della barriera linguistica: «La comunicazione è molto difficile ma abbiamo potuto constatare che sono stati molto contenti di vedere un’istituzione così vicina da subito. È anche vero che sono arrivati all’alba e che non sono ancora usciti di casa. L’agenzia darà seguito alle prime necessità e noi siamo pronti, non appena sarà possibile, ad allacciarci per qualsiasi esigenza». 

 

K.Z.

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