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SCHIO

Tutto il Famila basket in 8 mila mattoncini

Un tifoso appassionato ha riprodotto il palasport, le giocatrici, lo staff e il pubblico con i Lego: lo esporrà domani e domenica
Il Famila in miniatura: staff e giocatrici riprodotti fedelmente con i Lego da Maculan E.M.F.
Il Famila in miniatura: staff e giocatrici riprodotti fedelmente con i Lego da Maculan E.M.F.
Il Famila in miniatura: staff e giocatrici riprodotti fedelmente con i Lego da Maculan E.M.F.
Il Famila in miniatura: staff e giocatrici riprodotti fedelmente con i Lego da Maculan E.M.F.

Il palaRomare e il Famila basket in mattoncini colorati. Circa 8 mila pezzi per ricreare da zero il palazzetto più grande di Schio e la squadra campione d’Italia di pallacanestro femminile. Strutture interne e tifosi compresi. Un’impresa compiuta da Paolo Maculan, maranese, fondatore dell’associazione NordestBrick: l’amore per i Lego e il basket lo ha portato a realizzare un plastico del palasport di viale dell’Industria, con gli spalti pieni e colorati, la squadra e lo staff del Famila della scorsa stagione. E così le cestiste (alcune superano il metro e 90) diventano alte pochi centimetri: identiche, ma in scala.

Una grande passione

«Ho questa passione sin da piccolo - spiega -. Ho cominciato a seguire le partite del Famila perché mia figlia ha iniziato a giocare a basket e così ci siamo appassionati. Durante una sera con alcuni tifosi ho parlato di un’idea: riprodurre il palaRomare». Era marzo: l’idea è diventata progetto e, dopo alcuni mesi, realtà. «Bisognava studiare le dimensioni, le divise, le giocatrici, fare stampe e adesivi. Ho fatto fare le serigrafie ad una ragazza di Brescia e le maglie sono state riprodotte nei minimi particolari.

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Per le mini-figure ho ordinato le facce e i capelli, dalle giocatrici ai membri dello staff: solo per quelli mi ci sono voluti due mesi». Ogni dettaglio dell’arena è identico allo stabile originale. «È tutto piastrellato e arredato come il palaRomare, con la zona per giornalisti e speaker. Ho riprodotto anche i tifosi con lo storico bandierone. In tutto, misura un metro e mezzo di lunghezza per 70 centimetri di profondità. Ho provato a fare tutto, nell’ambito del raggiungibile».

Tempi e costi sono significativi

«Mi ci sono voluti circa sei mesi. Per il lavoro tra serigrafie, un centinaio di mini-figure, le luci e la teca autocostruita, in totale ho superato i 3 mila euro. Più di 200 solo per le serigrafie di giocatrici e magliette. Per recuperare alcuni pezzi ho viaggiato: Verona, Bologna e Venezia. Non è facile replicare il cemento e le mura, devi adattarti ai pezzi che hai in mano. Solo per i sedili della panchina sono serviti tre pomeriggi per la forma e l’armonia tra i colori. Ormai ero partito e non mi sono più fermato. Sono soddisfatto».

Un’opera rarissima e un vanto per Schio

«Non ne ho trovati di simili in Europa: credo che sia l’unico stadio di basket riprodotto in Lego». Paolo ci ha lavorato per passione e con un ideale nobile. «L’ho realizzato con un desiderio: che i bambini restino a bocca aperta. Sarebbe bello avvicinare i più giovani e spero che questo aiuti». Da domani, per la giornata inaugurale del campionato di A1, il plastico sarà esposto all’ingresso del palazzetto e visibile durante le partite fino a domenica sera, quando giocheranno le scledensi. Durante gli intervalli, il pubblico potrà ammirare il capolavoro. Qualcuno potrà persino riconoscersi sulle gradinate.

Edoardo Mario Francese

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