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Isola Vicentina

Era il centro tecnico del Vicenza: «Il "Morosini" diventerà un bacino antipiene»

di Matteo Carollo
Sarà realizzato su una parte dell’ex impianto di allenamento del Lanerossi e mira a mitigare i rischi legati alle precipitazioni abbondanti

Un “Bosco dell’acqua” per contenere le piene dei torrenti che dalla collina scendono verso l’abitato di Castelnovo e per ricaricare le falde acquifere sotterranee. È il nuovo progetto dell’amministrazione comunale di Isola Vicentina, che intende realizzare l’opera su una parte di superficie dell’ex centro tecnico “Morosini”, un tempo del Vicenza calcio e ora di proprietà del Comune.

Lo scopo del bacino di laminazione

Il progetto mira a mitigare i rischi legati alle acque superficiali attraverso la realizzazione di un’“area forestale di infiltrazione”, dotata anche di canalette disperdenti e alberature per gestire le acque di superficie. Una proposta che, secondo i suoi promotori, non solo riduce il rischio di alluvioni, ma offre anche vantaggi come la purificazione dell’aria e la riduzione dell’effetto “isola di calore”, contribuendo così alla lotta al cambiamento climatico. Il bacino permetterà inoltre di ricaricare le falde sotterranee, periodicamente messe a dura prova dai periodi di siccità.

I numeri del progetto da 2,2 ettari

Il Bosco dell’acqua avrà una superficie di circa 2,2 ettari, andrà ad occupare l’area dove si trovano attualmente due dei campi da calcio dell’ex centro tecnico biancorosso e permetterà di rilasciare in falda 500 mila metri cubi di acqua all’anno, nonché di impedire l’emissione di 50 mila chilogrammi di CO2, sempre in 12 mesi. L’anidride carbonica sarà assorbita, assieme al particolato inquinante presente nell’atmosfera, da 2 mila specie arboree che saranno piantate nell’area.

I finanziamenti previsti per la realizzazione dell'opera

Un investimento da 375 mila euro, per il quale il Comune ha chiesto un contributo di 299 mila euro alla Fondazione Cariverona, partecipando al bando “Capitale naturale” per accedere ai fondi. La risposta alla richiesta di finanziamento è attesa per le prossime settimane.  L’idea, che vede come partner il dipartimento Tesaf dell’Università di Padova, il coro Pueri Cantores del Veneto, Viacqua, l’Ipa Alto vicentino e la World Biodiversity Association onlus, nasce dalla constatazione del rischio di esondazioni nell’area urbana ai piedi della collina, a Castelnovo, in zona Vallorcola, dove si trovano gli impianti sportivi e la scuola media del paese; un’area già in passato teatro di allagamenti.

Rischio esondazioni dalla collina verso il Giara

«Quando piove molto - spiega il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Nicolas Cazzola - l’acqua scende dalla collina lungo il Solarone e un altro torrente, attraversa l’area dell’ex centro tecnico per poi sfociare nel Giara. Se le precipitazioni sono particolarmente abbondanti, il rischio è quello che l’acqua arrivi nel centro urbano, dove ci sono abitazioni e le scuole medie». Come spiega il sindaco Francesco Enrico Gonzo, il Comune ha quindi presentato «un progetto per la realizzazione di un bacino di rallentamento e di raccolta delle acque e reimmissione in falda che va a regimare il corso del torrente Solarone; quest’ultimo raduna le acque della collina soprastante Vallorcola. Il progetto serve per fare in modo che le acque, anziché gonfiare il torrente e correr via subito, in caso di precipitazioni particolarmente copiose, vengano rallentate».

L'area del bacino di laminazione diventerà anche Parco urbano

L’area diventerà anche un parco urbano, fruibile dalla popolazione, con un anfiteatro per spettacoli ed eventi immerso nel verde e realizzato con la terra di risulta degli scavi. Sono previste inoltre possibilità di visite da parte degli alunni delle scuole, in un’ottica di sensibilizzazione sui temi ambientali

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