Concia, metalmeccanico e chimico sono i settori dove si assume di più nell’Ovest Vicentino. A dirlo sono i dati del primo trimestre 2019 secondo i numeri forniti dalla Cgil. Da gennaio a marzo sono state 4.155 le persone che hanno firmato un contratto con le aziende. Di queste 2.775 riguardano il settore secondario che comprende il metalmeccanico, l’oreficeria, la concia e il chimico. «È in risalita anche il settore terziario con 1.275 assunzioni - spiega Stefano Garbin, neo responsabile della camera del lavoro Cgil di Montecchio Maggiore - e in questo caso parliamo dei servizi alla persona, del commercio, del turismo e del bancario». Per quanto riguarda la crisi che oramai attanaglia il territorio nazionale da dieci anni, il settore della concia «soffre in particolare per la produzione legata all’azienda automobilistica - dice Garbin - mentre l’edilizia, che aveva registrato per anni la maglia nera, è in risalita grazie alle grandi opere che interessano il territorio come la Superstrada Pedemontana Veneta». Aumentano quindi i contratti a tempo indeterminato ma all’orizzonte del mondo del lavoro si affaccia una nuova figura: lo “staff leasing”. Anche in questo caso i numeri riguardano il primo trimestre 2019 e riguardanti il centro per l'impiego di Arzignano. Nei primi tre mesi dell’anno sono stati infatti 665 gli iscritti alle liste per trovare un lavoro, il 16% in meno dello stesso periodo dell’anno precedente quando il numero si era fermato a 795. Ma tra questi si registra un incremento dei disoccupati, cioè coloro che hanno perso l’impiego, che sono passati da 430 a 530; in diminuzione invece chi cerca il primo lavoro, calato del 10%, da 105 a 95, e le assunzioni a tempo determinato dalla disoccupazione dove addirittura passano da 260 a 40. «Un calo così significativo - spiega Morgan Prebianca, segretario generale Fiom-Cgil di Vicenza, fino a poco tempo fa responsabile della camera del lavoro Cgil di Montecchio Maggiore - è determinato dal fatto che le aziende, visti i paletti del Decreto Dignità, assumono in “staff leasing”». In pratica un lavoratore viene assunto a tempo indeterminato da un’agenzia interinale che, a sua volta, manda “in missione” quest’ultimo in un’impresa. «Quando l’azienda non ha più necessità di quel lavoratore lo riconsegna all’agenzia che, a sua volta, lo colloca da un’altra parte - prosegue Prebianca -. È comprensibile che si tratta sempre di precariato, perché una persona rischia di non essere mai assunta dall’azienda dove lavora ma rimane in carico all’agenzia. È vero, quindi, che sono in incremento i contratti indeterminati ma in realtà così non si abbatte il fenomeno del precariato, lo si aggira». Per quanto riguarda, invece, chi non riesce a rientrare nel mondo del lavoro, nell’Ovest Vicentino si tratta soprattutto di uomini: «L’età varia fra i 30 e i 54 anni ed è in possesso di un diploma - osserva il segretario -. Le donne, pur essendo in più bassa percentuale, sono di età inferiore, cioè fino ai 29 anni, e dispongono sempre di un diploma». Ma il numero di chi è rimasto senza occupazione o chi è alla ricerca del primo impiego potrebbe essere ancora più alto dal momento che non sono compresi le colf, le badanti, i migranti licenziati che lasciano l'Italia per trasferirsi all'estero ed anche i neo diplomati, quindi i giovani, che non si iscrivono per varie ragioni. E quali i settori con segno positivo? «Tutte le azienda che hanno investito in tecnologia e innovazione - concludono - e che hanno un mercato estero e non solo interno». • © RIPRODUZIONE RISERVATA