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Verso il voto

Maurizio Scalabrin torna in campo: «Montecchio Maggiore deve ripartire»

L'ex sindaco si è autosospeso da Italia Viva e si candida con tre liste civiche. «Serve più senso della comunità»
Il candidato sindaco Maurizio Scalabrin con Righetto, Calcaterra, Aleardi e Beggio  (foto TROGU)
Il candidato sindaco Maurizio Scalabrin con Righetto, Calcaterra, Aleardi e Beggio (foto TROGU)
Il candidato sindaco Maurizio Scalabrin con Righetto, Calcaterra, Aleardi e Beggio  (foto TROGU)
Il candidato sindaco Maurizio Scalabrin con Righetto, Calcaterra, Aleardi e Beggio (foto TROGU)

Maurizio Scalabrin si candida a sindaco di Montecchio. Voci confermate quindi e ufficialità arrivata ieri mattina dall'ex primo cittadino dal 2005 al 2009 che ha deciso di correre per la fascia tricolore appoggiato da 3 liste civiche. Quasi tutti gli aspiranti alla poltrona castellana sono stati o sono sindaci della città: con lui Trapula e Cecchetto, non già Parise.

Scalabrin, 67 anni, sposato con tre figli, giornalista, è da oltre 20 anni nella politica attiva. Ha rivestito il ruolo non solo di sindaco ma anche di assessore e di consigliere comunale. Una lunga esperienza che, come lui stesso ha rimarcato, vuole mettere a disposizione dei cittadini. «Non ho bisogno di fare carriera, non considero certo Montecchio un trampolino di lancio», ha detto. Al suo fianco ci saranno alcuni volti noti della città: Romano Aleardi, patron del Montecchio calcio, sarà capolista per "Montecchio per lo sport", Gianni Righetto e Rosetta Calcaterra per "Adesso Montecchio" e Moreno Beggio per "Montecchio Montecchio". Tutte civiche, nessun partito e per sgomberare il campo da qualsiasi illazione Scalabrin ha evidenziato che, dal 24 aprile, si è autosospeso da presidente provinciale di Italia Viva. «In totale abbiamo 48 candidati per le tre liste - ha spiegato -. Uno solamente ha la tessera di partito, tutti gli altri sono cittadini di Montecchio. Un terzo sono under 35, un terzo persone dai 35 ai 60 anni e i restanti sono i "diversamente giovani". In qualsiasi maniera vada vogliamo che il nostro progetto prosegua anche nei prossimi anni con i giovani che faranno esperienza e poi prenderanno le redini. Nelle nostre liste sono presenti anche rappresentanti della comunità bangladese, pakistana, serba e albanese perché la comunicazione è importante: le regole sono uguali per tutti e tutti pertanto le devono rispettare».

Una Montecchio "Si-Cura", è questo lo slogan-progetto del candidato. «Che si prenda cura di sé stessa partendo proprio dalla città. Perché siamo una città dal 2008 e non un paese. Ripristinare quel senso di comunità che si è perso negli ultimi anni e ripartire anche da Alte Ceccato - ha aggiunto -. Negli ultimi 15 anni i problemi di Alte sono stati messi "sotto il tappeto" ma investire su Alte significa investire su tutta l'immagine di Montecchio. E allora è assolutamente necessario ripartire".

Ripartire, per Scalabrin, dalle associazioni e, in particolare, dallo sport: «È un osservatorio importante per il Comune per aiutare le famiglie e i ragazzi. Ma noi vogliamo una città dove si vive bene e Montecchio che "Si-Cura" vuol dire anche dare sicurezza alle persone deboli, agli anziani, a chi è solo, alle famiglie in difficoltà. Ma non dando denaro bensì risolvendo i problemi». E ha proseguito: «L'amministrazione che intendo guidare sarà pro-attiva, non certo chiusa negli uffici, ma che conosce le problematiche e si muove immediatamente per risolverle. Ed avremo anche un assessorato specifico che segua le piccole cose quotidiane, dalla buca nell'asfalto alla segnalazione di auto "strane" lungo la via».

Nessuna grande opera ma idee su due aree della città: ex Ceccato e monastero. «Sia chiaro: sono due zone private dove alcuni progetti si potrebbero realizzare solo a certe condizioni. Faremo di tutto per concretizzare queste condizioni ma oggi chi promette già determinate cose sa perfettamente di non dire la verità», ha concluso.

Antonella Fadda

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