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grandi opere

Tav, il commissario: «Tra Verona e Vicenza siamo a un terzo dei lavori»

Macello: «Treni in funzione entro fine 2026»

Mattinata densa, ieri, 12 giugno, a palazzo Nievo (Vicenza) dove per quasi tre ore si è parlato di Tav. Protagonista d’eccezione del tavolo - che ha visto confrontarsi istituzioni ed enti coinvolti dall’opera - Vincenzo Macello, commissario straordinario dell’alta velocità in terra veneta, che ha risposto all’invito del presidente della Provincia berica Andrea Nardin e della vicepresidente della Regione Elisa De Berti, cogliendo l’occasione per scandire il cronoprogramma.

Tra i primi punti, la conferma, per quanto riguarda il primo lotto funzionale Verona-Bivio Vicenza, della conclusione dei lavori entro giugno 2026, liberando il campo dai dubbi emersi nei giorni scorsi con la relazione semestrale del governo sul Pnrr, e l’entrata in funzione dell’infrastruttura entro la fine dello stesso anno.

Entro inizio luglio l'approvazione del progetto definitivo

Fissati anche due paletti per quanto riguarda il capoluogo berico: entro inizio luglio è prevista l’approvazione del progetto definitivo e la consegna dell’incarico ad Iricav 2 per l’avvio della progettazione esecutiva, passaggio nel quale potrà inserirsi il recepimento delle osservazioni del territorio; e il 2024 sarà presumibilmente l’anno del via ai cantieri, con una prima fase di lavori propedeutici che potrebbe scattare nella prima metà dell’anno. I cantieri, poi, riguarderanno inizialmente le opere civili.
Due gli incontri andati in scena ieri, uno più ristretto, e uno più allargato.

All'ordine del giorno il lotto da Verona a Vicenza e il suo attraversamento

All’ordine del giorno il lotto 1 Ac/Av, quello che da Verona arriva alle porte di Vicenza, e il lotto 2 Attraversamento Vicenza. Presenti i sindaci dei Comuni interessati, ossia Vicenza, Lonigo, Montebello, Brendola, Montecchio Maggiore, Altavilla, Creazzo, Sovizzo, il prefetto Salvatore Caccamo, rappresentanti delle forze dell’ordine, gestori delle strade (Veneto Strade Spa e Vi.Abilità Srl), Rfi e Iricav. 
«Entrambi i lotti della linea alta velocità da Brescia a Vicenza sono assolutamente nei tempi previsti dal Pnrr - ha confermato Macello - questo vuol dire che verranno ultimati i lavori nel giugno del 2026, per poter poi consentire tutte le attività di messa in esercizio, pre-esercizio, test con i treni e altro e poi attivare l’alta velocità entro l’anno». Per la tratta da Verona alle porte di Vicenza «i cantieri stanno andando veloci - ha aggiunto - e siamo a circa il 32% dell’avanzamento fisico dei lavori».

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Il focus sull'attraversamento cittadino della Tav

Per Vicenza il focus è stato principalmente sull’attraversamento cittadino. «A marzo 2023 il Cipess che ha dato il nulla osta sulla nuova valutazione economica dell’investimento - ha ricordato Macello - e il 21 giugno ci sarà un’adunanza del Consiglio superiore dei lavori pubblici per valutare un paio di punti tecnici». A quel punto «come commissario approvo il progetto definitivo del lotto funzionale e andiamo a stipulare l’atto integrativo con il General contractor», ossia Iricav 2, che sulla base del definitivo elaborerà il progetto esecutivo. Passaggio che dovrebbe avvenire «auspicabilmente entro la fine giugno, massimo entro la prima decade di luglio», e per nulla banale dato che in questa fase «vogliamo assolutamente valutare e verificare la fattibilità di tutte le osservazioni che stiamo discutendo con il sindaco di Vicenza». Il lotto funzionale è diviso in due lotti costruttivi. «Nel primo lotto normalmente entrano le opere civili - ha spiegato Macello - nel secondo la trazione elettrica, l’armamento ferroviario, che per alcuni tratti può ricadere nel primo, e gli impianti».

Il terzo lotto funzionale, il "salto del montone"

Infine, c’è il terzo lotto funzionale, con lo sviluppo verso Padova (dove, tra le questioni, c’è quella del famoso “salto del montone”). «Per quanto riguarda la Vicenza-Padova - ha riassunto il commissario - ci sediamo adesso al tavolo con le amministrazioni per iniziare a mettere sul piatto un po’ tutto, in modo che possiamo poi procedere, una volta valutate le varie opportunità, con la progettazione definitiva. L’uscita a est di Vicenza ci consentirà, assieme alla progettazione in fase di ultimazione da Grisignano di Zocco a Padova, di avere una valutazione complessiva del progetto, compresi i costi, e conseguentemente avviare tutto l’iter per riuscire ad avere anche il finanziamento e arrivare fino a Padova». 
«Un incontro costruttivo - ha commentato Nardin- le osservazioni e le istanze avanzate dalle amministrazioni comunali hanno l’obiettivo di limitare i disagi di un cantiere fortemente impattante, che tutti ci auguriamo prosegua con celerità. Da parte del commissario Macello c’è la volontà di mantenere un canale di comunicazione costante, in modo che le informazioni siano puntuali, e c’è anche l’apertura a intervenire, dove possibile, perché il progetto sia rispettoso delle esigenze dei territori». Nardin ha auspicato anche un «coordinamento» tra i provvedimenti, per evitare che si creino disagi tra Comuni contermini. «La Regione - sono state le parole della vicepresidente De Berti - è sempre stata al fianco dei Comuni interessati al cantiere della Tav, con una funzione di regia, facilitando il dialogo tra tutte le parti interessate».

De Berti: «Fondamentale che i sindaci siano informati su ciò che succede nei loro territori»

«È fondamentale che i sindaci siano informati di quello che succede nei loro territori - ha aggiunto - e che vengano adottate soluzioni di buon senso. L’alta velocità-alta capacità è un cantiere impattante, che porta tanto disagio. Il nostro compito è far sì che il disagio sia ridotto ai minimi termini per i cittadini. Ringrazio i sindaci per porsi in maniera costruttiva e Rfi e il commissario Macello per la disponibilità». «Avevamo detto che la Tav, e ridurre l’impatto della Tav sul territorio, sarebbe stata la prima questione per noi, e da subito ci siamo mossi su questo fronte - ha commentato il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai - la stazione, Ponte Alto, i Ferrovieri, sono tutte questioni che stiamo ponendo con forza. Sulla parte est abbiamo chiesto a Rfi più soluzioni progettuali, in modo da poterne discutere e condividere con la cittadinanza».

Alessia Zorzan

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