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Fa sparire 15 telefonini
e poi li vende su internet

Decine di telefonini recuperati dai carabinieri nel corso di un’indagine. ARCHIVIO
Decine di telefonini recuperati dai carabinieri nel corso di un’indagine. ARCHIVIO
Decine di telefonini recuperati dai carabinieri nel corso di un’indagine. ARCHIVIO
Decine di telefonini recuperati dai carabinieri nel corso di un’indagine. ARCHIVIO

Avrebbe fatto sparire uno scatolone di smartphone che doveva consegnare a diversi punti vendita, e poi li avrebbe rivenduti ad amici e conoscenti, oppure su internet. I carabinieri e la procura, dopo una lunga e laboriosa indagine, sono riusciti a far luce sull’intero traffico ed hanno denunciato 16 persone: un autista vicentino, dipendente di una società di trasporti, per appropriazione indebita, gli acquirenti dei cellulari per ricettazione.

L’indagine dei carabinieri della stazione di Longare, coordinati dal pubblico ministero Claudia Brunino, era nata nel febbraio dello scorso anno, quando i responsabili della sede di Torri di Quartesolo della “Dhl” si erano presentati in caserma per denunciare quello che pareva essere un furto. Avevano un pacco di iPhone 5 e 6s da far consegnare in diversi negozi della provincia, da Thiene a Vicenza; ma erano stati contattati dai negozianti, nei giorni successivi, che lamentavano come non fosse arrivato nulla. I militari del maggiore Emanuele Spiller e del maresciallo Ugo Turriziani, grazie anche all’analisi dei filmati registrati dalle telecamere, avevano notato il comportamento sospetto di Mariano Esposito, 28 anni, di Camisano, l’autista incaricato di quel trasporto. D’altronde, sarebbe stato lui, in base alle testimonianze raccolte, a prendere in consegna il pacco e a non consegnarlo, come avrebbe dovuto. Di qui l’ipotesi di appropriazione indebita a suo carico.

Ma che fine avevano fatto i cellulari di ultima generazione? Con in mano il codice Imei (che identifica ciascun apparecchio), i militari hanno accertato che tutti quelli spariti erano stati attivati. Dalla ricerca con i tabulati, e attraverso gli intestatari dei numeri di telefono collegati a ciascun iPhone, sono riusciti a scoprire che alcuni di quei cellulari avevano viaggiato, anche parecchio.

È emerso che Esposito si sarebbe disfatto in fretta della merce. In alcuni casi l’avrebbe venduta, ovviamente a prezzi ribassati, ad amici e conoscenti. In altri, avrebbe pubblicato su alcuni siti specializzati di internet l’annuncio per la cessione degli smartphone, trovando in fretta gli acquirenti. Poi li avrebbe spediti, intascandosi il corrispettivo (sempre più basso rispetto al prezzo comune di acquisto dei prodotti).

Gli inquirenti sono riusciti a dare un nome a tutti coloro che hanno comprato i telefoni, denunciandoli per ricettazione. Secondo l’accusa, acquistando un prodotto nuovo, di marca, originale e ancora impacchettato, non potevano non sospettare che la provenienza non poteva essere lecita se lo pagavano la metà, o anche meno, del prezzo comune di vendita (che fra l’altro, per gli iPhone, è uguale in tutti i negozi che cedono prodotti Apple).

Si tratta di molti vicentini, che vivono fra la città, Torri di Quartesolo, Cornedo, Altavilla, Arzignano, Isola e Zermeghedo. Altri cellulari sono finiti a Brindisi, in Puglia, o a Milano; altri ancora fino in Romania.

Ora i denunciati, oltre a rischiare di dover affrontare un processo, potrebbero essere chiamati a restituire l’apparecchio, che utilizzano da mesi, a favore della società di distribuzione oppure dei negozi che attendevano i loro colli e che invece non li hanno mai visti arrivare. Chi compra sul web deve stare attento.D.N.

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