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Monteviale

Chiude l’ultimo “becàro”. Cegalin abbassa la serranda

Il titolare della storica macelleria in piazza Libertà ha cessato l’attività: «I tempi cambiano e oggi la gente va al supermercato»

La chiusura di un negozio, ma anche di un luogo di incontro e di socializzazione. A Monteviale ha abbassato per l’ultima volta la saracinesca la macelleria Cegalin, storico esercizio che serviva clienti, in paese, fin dal dopoguerra. Da un paio di settimane l’attività della centrale piazza Libertà ha chiuso i battenti, privando di fatto il paese di un altro presidio non solo per il commercio, ma anche per i rapporti umani in paese.

La macelleria era attiva nel dopoguerra

La storia imprenditoriale di Giampaolo Cegalin, 69 anni, titolare della macelleria nella quale ha sempre lavorato, assieme alla moglie Anna Maria Tamiozzo, inizia molti anni fa. «Ho cominciato a lavorare con mio padre, che ha aperto l’attività nel ‘65», racconta Cegalin. «La macelleria, però, era attiva già nel dopoguerra ed era condotta da mio zio. Quando ho compiuto 15 anni, mi sono spostato da un macellaio a Vicenza, per imparare; quindi, sono partito per il servizio militare. Quando sono tornato, ho proseguito a Vicenza; poi nell’attività di casa c’era bisogno del mio aiuto, così sono tornato a lavorare con mio papà. Infine, nell’84, ho iniziato io a gestire l’attività».

Sempre meno tempo a disposizione, la nuova epoca dei "preparati"

Nel corso di tutti questi anni, Cegalin ha potuto assistere a mutamenti profondi anche in questo settore. «Sono cambiate molte cose, secondo me in peggio», prosegue. «La mia macelleria era storica, tradizionale, poi sono cominciate tutte le lavorazioni dei preparati; una volta si vendevano i pezzi di carne, oggi si vendono preparati, come gli hamburger: si dà al cliente la carne pronta da cuocere». Anche in quest’ambito, dunque, una società sempre più frenetica e orientata alla velocità, con sempre meno tempo a disposizione, ha fatto sentire la propria influenza. 
A Cegalin, in ogni caso, dispiace dover abbassare la serranda per sempre. «Sono in pensione da anni, lavoro ce n’è ancora, ma ormai sono anche stanco e ho altri motivi», continua. «Mi dispiace chiudere perché era la bottega di famiglia; avevo i miei clienti, dai quali ho avuto tanta soddisfazione. Ero affezionato a loro, così come essi erano affezionati a me. Vendevo carne di animali locali, carni della nostra zona, non provenienti dall’estero».

Il negozio storico come luogo di socializzazione

Resta anche la consapevolezza di come il paese abbia perso un altro presidio di socializzazione. «I clienti entravano, si parlava, era un ambiente familiare», spiega il macellaio. «Credo che anche il paese abbia perso una struttura valida. Ormai qui hanno chiuso quasi tutti. Molti ora vanno a fare la spesa al supermercato, i tempi sono cambiati». E sembra che la chiusura della macelleria Cegalin abbia suscitato dispiacere non solo in paese, ma anche tra i cittadini dei paesi vicini, che arrivavano in piazza Libertà per acquistare i suoi prodotti. E ora cosa farà l’ormai ex macellaio? «Farò il pensionato», conclude Cegalin. «Ho una casa con dei campi, ai quali dedicherò il mio tempo».

Matteo Carollo

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