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Alpini sconfitti, la baita è del Comune

La baita contesa tra il Comune e le penne nere dell’Associazione nazionale alpini.   ARCHIVIOElisa Santucci.   ARCHIVIO
La baita contesa tra il Comune e le penne nere dell’Associazione nazionale alpini. ARCHIVIOElisa Santucci. ARCHIVIO
La baita contesa tra il Comune e le penne nere dell’Associazione nazionale alpini.   ARCHIVIOElisa Santucci.   ARCHIVIO
La baita contesa tra il Comune e le penne nere dell’Associazione nazionale alpini. ARCHIVIOElisa Santucci. ARCHIVIO

Le penne nere di Monteviale non hanno alcun titolo per detenere il possesso della baita alpina, che è di proprietà comunale. Si è espresso così il giudice Gabriele Conti in merito al ricorso cautelare presentato dal gruppo locale delle penne nere che chiedeva il reintegro dell’utilizzo della struttura. Dopo che l’Amministrazione, cambiando le serrature dell’immobile “aveva di fatto estromesso gli alpini dalla possibilità di usufruire di un bene per il quale ritengono di essere titolati a continuare a goderne” aveva spiegato l’avv. Luciano Guerrini, studio Guerrini Troiani di Verona, legale degli alpini. Per la sentenza del merito bisognerà attendere l’udienza del 17 dicembre ma intanto la decisione del giudice, notificata ieri alle parti, conferma le tesi del Comune. «Il giudice ha rigettato il ricorso degli alpini perché non esiste un contratto di comodato per la concessione della baita alpina – spiega l’avv. Manuela Ventura, legale del Comune – e quindi non hanno alcun titolo per detenere l’immobile. Che hanno occupato, precisa lo stesso giudice, per mera tolleranza delle amministrazioni comunali che si sono succedute. Senza però mai essere titolari di un diritto di godimento stabilito da un atto tra le parti. La convenzione e il regolamento comunale del 1994, a cui gli alpini fanno riferimento, prevede che l’utilizzo della struttura sia regolato da un successivo contratto di comodato. E l’uso nella documentazione del verbo al futuro rende evidente che il contratto si sarebbe dovuto sottoscrivere». «Il giudice ci dà ragione su tutta la linea – dice il sindaco Elisa Santucci – e siamo contenti che abbia riconosciuto la verità dei fatti, che abbiamo ribadito fin dall’inizio, senza alcun intento polemico. Nessuno ha mai voluto danneggiare gli alpini o privarli della sede, semplicemente l’Amministrazione è tenuta al rispetto delle regole e secondo queste deve procedere. Il comodato non esiste e quindi gli alpini non possono vantare alcun diritto sul possesso della struttura. È chiaro che serve un accordo. Comunque ci rivedremo in udienza a dicembre». Il disciplinare del giudice, rigettando il ricorso, condanna gli alpini anche al pagamento delle spese legali. Da parte dell’avv. Guerrini non ci sono commenti: «Incontrerò gli alpini per valutare come procedere» precisa. E ad esprimere l’amarezza delle penne nere è il capogruppo di Monteviale Domenico Baruffato. «Non ci aspettavano che non venissero riconosciuti l’impegno e il lavoro di tutti questi anni, per aver costruito la baita alpina – spiega – realizzata per noi e per la comunità. Adesso ci confronteremo con il legale e anche con la sezione alpini di Vicenza. Le spese legali? L’aspetto economico in questo momento è in secondo piano. Se dopo tanti anni di impegno ci troviamo a essere considerati come qualsiasi cittadino, nonostante il lavoro a favore della comunità, ci sarà qualcosa da rivedere. Anche nel nostro impegno come gruppo nel volontariato. Spiace che il sindaco Santucci non abbia mai avuto modo di dire: riconosco quanto fatto dagli alpini. Sono cose che fanno male». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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