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Ponte, terzo pilastro giù di 9 centimetri

Nuovi guai per il Ponte: ora a preoccupare è la terza stilata
Nuovi guai per il Ponte: ora a preoccupare è la terza stilata
Nuovi guai per il Ponte: ora a preoccupare è la terza stilata
Nuovi guai per il Ponte: ora a preoccupare è la terza stilata

Continuano a peggiorare le condizioni del Ponte degli Alpini, e i timori “a vista” sullo stato della metà ovest sono purtroppo confermati dai rilievi eseguiti nelle scorse settimane, i cui esiti sono giunti in questi giorni al Comune. Le ultime analisi effettuate dai sub specializzati non sono state foriere di buone notizie: la stilata numero 3, infatti, ha ceduto di ben nove centimetri. Si tratta del terzo pilone partendo dal lato Nardini, che, assieme al quarto, complici le ture per i lavori ai primi due ha subìto in modo prepotente la spinta della corrente. In quel periodo le due stilate est erano in asciutta, per cui tutta la forza del fiume Brenta si è riversata sulle altre due, rimaste sommerse. Se le condizioni della quarta stilata tutto sommato non destano particolari preoccupazioni, quelle della terza invece sono piuttosto allarmanti, stando alle analisi dei sub della ditta Idra di Venezia. Ora urge quindi correre ai ripari. In attesa del riaffidamento dei lavori, gli uffici del Comune stanno valutando se procedere con una sorta di “mini appalto” per eseguire piccole sistemazioni n somma urgenza: sarebbe l’ennesimo intervento-tampone da quando il calvario del Ponte è iniziato. Non è escluso che a essere incaricata di quest’urgente operazione possa essere la stessa Inco di Pergine Valsugana, alla quale l’affidamento dei lavori è oramai dato per imminente. «Entro la fine di agosto - dichiara il sindaco di Bassano, Riccardo Poletto - dovremmo riuscire a chiudere la procedura di affidamento del restauro alla Inco di Pergine Valsugana». Nei prossimi giorni è previsto un nuovo incontro tra i tecnici del Comune e quelli della ditta trentina per valutare tutti gli aspetti dell’appalto e le operazioni da eseguire nell’immediato. Una volta che l’azienda subentrerà nel cantiere, dovrà avviare tutti i lavori propedeutici al restauro vero e proprio. Fino a dicembre, e cioè fino alla prossima finestra invernale, non potrà tuttavia scendere in alveo, salvo nel caso le venga affidata appunto la messa in sicurezza urgente della terza stilata. «In ogni caso - prosegue il sindaco - c’è tutta una serie di attività provvisionali che intanto può mettere in atto, co - come la predisposizione del legname e il reperimento degli ordinativi per le travi». Nel frattempo prosegue lo scontro tra Comune e impresa Vardanega, oggi in liquidazione, in merito allo stato di consistenza dei lavori svolti da quest’ultima durante l’anno e mezzo nel quale il cantiere del ponte era nelle sue mani. La Vardanega non ha infatti accettato le misurazioni svolte dai tecnici del Comune e relative alla quantità di materiale presente nell’area di cantiere. Il Comune aveva fissato a 60mila euro lo stato di consistenza dei lavori: una cifra che pare ora destinata a salire visto che la Direzione lavori sembra ora voler inserire nel computo finale anche altri materiali, come alcuni puntellamenti che sinora non erano stati compresi. Al massimo, però, lo stato di consistenza salirà di qualche decina di migliaia euro e resterà quindi lontanissimo da quel milione e 300 mila euro preteso dall’azienda di Possagno. •

Enrico Saretta

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