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ARZIGNANO

Il centrosinistra lancia Zaffari: «Sanità, sociale e viabilità»

«Sostenuto dal Pd ma cerco anche l’appoggio dei moderati. Punto su futuro dell’ospedale e unione dei due gestori idrici»
Centrosinistra: Diego Zaffari sindaco uscente di Montorso si candida ad Arzignano G.Z.
Centrosinistra: Diego Zaffari sindaco uscente di Montorso si candida ad Arzignano G.Z.
Centrosinistra: Diego Zaffari sindaco uscente di Montorso si candida ad Arzignano G.Z.
Centrosinistra: Diego Zaffari sindaco uscente di Montorso si candida ad Arzignano G.Z.

«Entro fine mese prenderò una decisione», aveva detto a marzo, solo pochi giorni fa. Ed è stato di parola. Diego Zaffari, 59 anni, che nelle scorse settimane aveva confermato la propria disponibilità seppur con alcune riserve, ufficializza ora la propria candidatura a sindaco di Arzignano. A sostenerlo c’è il Partito democratico ma punta a raccogliere anche i consensi dell’elettorato moderato. Sindaco uscente di Montorso, è pronto a impegnarsi per la città del Grifo.

«Il mio sarà un impegno per Arzignano, non per diventare sindaco di Arzignano. Qualunque sarà il responso delle urne, non faro mancare la mia visione, le mie idee per far progredire la città. Come ho già avuto modo di dichiarare non ho un piano B o un paracadute sulle spalle. Se le urne mi saranno contrarie non sparirò ma resterò in consiglio comunale a fare opposizione».

È stato sindaco di Montorso per 15 anni

Cosa è stato determinante per prendere la decisione di scendere in lizza e non optare per una ricandidatura più sicura ancora a Montorso dove è stato sindaco per 15 anni e assessore per 5?
Da quando ho dato la mia disponibilità ho ricevuto numerose sollecitazioni e attestati, non solo dall’area di sinistra ma anche da quella di centro oltre che da figure legate al mondo imprenditoriale. Questo è stato fondamentale per sciogliere le ultime riserve e per convincermi a mettermi in gioco.

Correrà sotto la bandiera del Pd e poi?
Conto di poter contare sul sostegno di un altro paio di liste civiche di ispirazione centrista, liste nuove non presenti in consiglio comunale o che hanno partecipato alle ultime amministrative.

Sul fronte opposto troverà (la candidatura, seppur scontata, non è ancora ufficiale) una sindaca uscente che 5 anni fa, sospinta dai voti di Lega e Fratelli d’Italia, ha centrato al primo turno un consenso del 54,6%: c’è chi parla di missione impossibile...
Sono ben consapevole delle difficoltà che dovrò affrontare. Bevilacqua è apprezzata dalla gente, sa porsi e ascoltare. Io presenterò la mia visione della città, che guarda al futuro delle nuove generazioni senza però tralasciare le esigenze delle persone anziane.

Una sfida in salita

Come si possono affrontare Lega e FdI?
Con le proposte per il territorio, per i cittadini. Punto a fare in modo che Arzignano riesca ad avere un ruolo più importante a livello provinciale, come merita, con più voce e peso nelle decisioni.

In che modo?
Porto in dote la mia esperienza in tanti enti, da “Acque del Chiampo” (la società pubblica con sede ad Arzignano che gestisce il ciclo idrico integrato nell’Ovest, ndr) al Consorzio di bonifica oltre a quella maturata come amministratore di Montorso che mi ha portato ad interfacciarmi con Ulss, Genio civile, Provincia e Regione. Le soluzioni si trovano dialogando, e conoscere meccanismi e uffici dei vari enti è un vantaggio.

I punti del programma

Tre principali punti del suo programma?
Al centro c’è indubbiamente la sanità. Innanzitutto, bisogna definire quale futuro avrà l’attuale ospedale “Cazzavillan” di Arzignano una volta che sarà pronto quello di Montecchio Maggiore. Sul fronte sociale bisogna prepararsi a gestire gli Aps, cioè gli ambiti territoriali sociali, che si occuperanno dei servizi sociali. E non può mancare la viabilità: ad Arzignano occorre un’alternativa all’attuale situazione. Ci sono progetti, come la bretella tra Chiampo ed Arzignano, che vanno ripresi in mano e portati a compimento.

E poi...
Unire “Acque del Chiampo” e “Medio Chiampo” (l’altro gestore idrico pubblico dell’Ovest, ndr), farne una società unica. Un percorso del resto già delineato quando sorsero gli ambiti territoriali ottimali: porterebbe a beneficiare di maggiori sinergie. La salvaguardia che autorizza le due gestioni distinte scade nel 2030.

Giorgio Zordan

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