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La frana a Valbrenta

Valsugana, i sindaci contro l’ordinanza. E c’è chi sfreccia sulla Ss 47

di Michela Cola Gerardo Rigoni
La lettera al prefetto: «I nostri cittadini hanno difficoltà ad andare al lavoro. Vogliamo essere coinvolti nelle decisioni»
Un’auto in transito sulla statale nonostante sia chiusa
Un’auto in transito sulla statale nonostante sia chiusa
Un’auto in transito sulla statale nonostante sia chiusa
Un’auto in transito sulla statale nonostante sia chiusa

I sindaci dei paesi contermini a Valbrenta insorgono contro l’ordinanza di chiusura della strada Campesana. E, non bastasse, non si contano le trasgressioni alle disposizioni del sindaco Luca Ferazzoli: oltre a chi transita in destra Brenta in barba alle regole e continua a provocare code e rallentamenti, c’è chi addirittura percorre la Ss 47 con direzione Trento-Bassano, quindi sulle corsie meno danneggiate dalla frana che da venerdì della settimana scorsa sta provocando disagi a non finire tra Veneto e Trentino. Una follia.

La protesta dei sindaci

La protesta dei sindaci dei paesi limitrofi è scattata dopo le decine di telefonate dei cittadini in cerca di soluzioni alle difficoltà anche solo di recarsi al lavoro, in quanto costretti a deviazioni lunghissime, o assistere familiari o semplicemente per denunciare che i loro locali commerciali sono completamente vuoti di clienti.

Sbotta il sindaco di Pove, Francesco Dalmonte: «Non siamo stati coinvolti, nessuno ha chiesto il nostro parere, abbiamo appreso dell’ordinanza dalla stampa o dai social. Vista l’importanza che riveste l’asse viario messo in ginocchio dalla frana, però, sarebbe stato auspicabile un confronto, perché tutto il territorio ne sta facendo le spese. La chiusura totale al traffico pare la soluzione più semplice ma non è detto che sia la migliore. È mancato il dialogo. Non è solo una questione di sciatori».

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Per Dalmonte si potevano valutare altre soluzioni come un senso unico alternato a ore, l’Spv gratis per i mezzi pesanti, l’esercito a presidiare la viabilità. Tutte ipotesi che andavano valutate. Per questo il sindaco ha scritto subito al prefetto di Vicenza con la precisa richiesta di aprire un nuovo Cov, il comitato operativo per la viabilità. Iniziativa che è stata condivisa da Stefano Bertoncello di Solagna e dal sindaco di Romano, Simone Bontorin, che spiegano: «Attorno al tavolo dovrebbero sedere i primi cittadini non solo della vallata ma anche del Bassanese fino a Marostica, quelli dell’Altopiano, dei comuni contermini del Trentino e di quelli della Pedemontana fino a Pieve del Grappa che stanno pagando il prezzo di una viabilità eccezionale per la quale la rete viaria è decisamente inadeguata. Anche negli altri paesi ci sono strade strette, rotatorie piccole e curve a gomito dove i mezzi pesanti hanno difficoltà a transitare. Se poi aggiungiamo anche il traffico leggero, le congestioni sono inevitabili. Il problema è anche di tipo economico: bisogna coinvolgere la Regione che preveda dei ristori per le attività commerciali penalizzate».

Insomma a scoperchiarsi è il vaso di Pandora degli annosi problemi viari fra Veneto e Trentino. Problemi sottaciuti che ora non si possono più ignorare. 

Problemi anche per Enego

L’essere coinvolti nel tavolo di coordinamento di gestione dell’emergenza della frana che ha colpito la strada Valsugana è una richiesta che arriva anche dall’Altopiano. Il sindaco di Enego, Marco Frison, ha già scritto alla prefettura di Vicenza perché la chiusura della strada vede interessati anche gli eneghesi, a cui viene negato il passaggio per Valbrenta per raggiungere magari il posto di lavoro a Bassano.

«Quell’ordinanza colpisce direttamente i miei cittadini che devono scendere verso valle – spiega Frison -. Attualmente devono percorrere la strada sp 73 che collega Foza con Valstagna. È una strada stretta e tortuosa che, con l’inverno, può diventare insidiosa, oltre a prolungare il tragitto per chi deve scendere a valle per lavoro. Chiedo di essere coinvolto per poter poi riferire ai miei cittadini su quanto durerà questo disagio e cercare una soluzione al problema. Ho anche valutato di chiedere una deroga al collega Ferazzoli ma allora questa dovrebbe essere concessa anche ai residenti di Arsiè e Grigno, compromettendo in pratica l’ordinanza voluta per la sicurezza di chi deve transitare sulla strada, compresi i nostri studenti che scendono con la corriera».

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