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L'inchiesta nel Bassanese

«Vaccinazioni simulate». Ora rischiano i pazienti

Prosegue l'indagine sulle dottoresse di base di Bassano e Romano. Sarebbero una ventina i cittadini che avrebbero ottenuto il green pass senza siero.
La Guardia di Finanza bassanese dopo una perquisizione
La Guardia di Finanza bassanese dopo una perquisizione
La Guardia di Finanza bassanese dopo una perquisizione
La Guardia di Finanza bassanese dopo una perquisizione

A rischiare ora sono i pazienti. Quelli che hanno ottenuto il green pass ma senza vaccinarsi. Questa, almeno, è l'ipotesi della procura e della guardia di finanza, che da mesi stanno indagando sull'operato di due dottoresse di base, sotto inchiesta con le ipotesi di falso e di truffa ai danni dell'Ulss; accuse che le dirette interessate respingono con forza.

Le indagini sulle due dottoresse

Per fare chiarezza, in questi giorni i detective delle fiamme gialle del Gruppo Bassano stanno esaminando la documentazione sequestrata, e analizzando i supporti informatici prelevati durante le perquisizioni nei due ambulatori. Il blitz, scattato nelle scorse settimane, aveva visto i militari guidati dal maggiore Potenza, su ordine del pubblico ministero Corno, bussare alla porta degli studi della dottoressa Marta Michelotto, 57 anni, in via Passalacqua a Bassano, e della collega Sara Fiorentin, 48, in via Pergolesi a Romano d'Ezzelino. Le due professioniste sono assistite dagli avv. Clara Marchetti. Laura Mana e Boris Ventura.

Il sospetto degli inquirenti è quello che le due professioniste - stimate da colleghi e pazienti - fra il settembre e il dicembre 2021 abbiano chiesto all'Ulss dei sieri da inoculare ai pazienti (in quantità più alte rispetto a quelle di altri colleghi), ma poi abbiano dichiarato di averne somministrato un numero più elevato: una ventina, stando ai calcoli dei finanzieri che si erano rivolti al San Bassiano per avere contezza della distribuzione dei sieri ai medici di base.

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I conti dei vaccini non tornano

In base anche agli sviluppi investigativi, quella che al momento è la convinzione degli inquirenti è che in alcuni casi le dottoresse - le quali, pur avendo studi diversi, collaborerebbero fra di loro - abbiano finto di somministrare una dose che in verità non avevano. È per questo che ora sono a rischio i pazienti. Le indagini puntano ad identificarli, verificando i lotti dei vaccini. Si tratterebbe, ed è un altro elemento di sospetto dell'operato dei medici, quasi integralmente di persone che abitano lontano da Bassano e che, per ragioni che potranno chiarire, erano venute in città per farsi vaccinare.

Potrebbero essere denunciate per concorso in falso. Prima, però, spetta alle indagate poter fornire la loro versione dei fatti, spiegare perché i torni non contano, specificare a chi hanno somministrato il siero e a chi no. Le indagini proseguono, per liberare dalle ombre l'operato delle professioniste.

Diego Neri

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