Da carabiniere più longevo di Italia a nonno più anziano d’Europa.Per Giovanni Quarisa, il bassanese che lo scorso agosto ha soffiato su 110 candeline, i traguardi sembrano non finire davvero mai. La notizia di questo nuovo primato è arrivata negli ultimi giorni quando è venuto a mancare il tedesco Gustav Gerneth, che con i suoi 114 anni deteneva il titolo di uomo più anziano del mondo. Dopo di lui c’è Chitetsu Watanabe, giapponese di 112 anni, quindi il nostro illustre bassanese, che adesso è diventato il più longevo d’Europa. «Abbiamo provato a dargli la notizia con calma - dicono i parenti - ma temiamo che pèer lui sia un’emozione troppo grande quindi abbiamo scelto di informarlo un po’ alla volta». Il compleanno dell’ex carabiniere residente in quartiere San Vito per la città è ormai diventata una festa comune. L’arzillo nonnino, accudito dal badante Alberto, ha sempre accanto le figlie Vilma e Mirella, per non parlare dei nipotini, quattordici in tutto tra nipoti e pronipoti. Anche se ormai non cammina più, Quarisa non rinuncia alla sua passeggiata mattutina seduto sulla sua carrozzina tra le vie del quartiere, Giovedì è andato al mercato e non è mancato nemmeno alla fiera d’autunno. «Qualche settimana fa avuto un’ischiemia - racconta la nipote Alessandra - I dottori ci avevano detto che avrebbe avuto al massimo 48 ore di vita invece dopo dieci era già seduto sulla sua poltrona a chiacchierare tranquillamente. È un uomo incredibile». Alla sua carriera nell’Arma, il pensionato ci tiene davvero tanto, al punto che la visita degli ufficiali vicentini e dei colleghi della Compagnia di Bassano, che ogni 24 agosto, sono i primi a portargli gli auguri, per l’ultra centenario è sempre il momento più emozionante di ogni compleanno. Di origini trevigiane, Quarisa è nato nel 1909 a Pieve del Grappa. Appena ventenne si è arruolato nell’Arma dei carabinieri che lo ha portato a prestare servizio in Puglia poi in Trentino e quindi a Bologna. Nel 1941, dopo l’arruolamento nel sesto corpo d’amata, l’appuntato è partito per il fronte a Spalato. Internato nell’autunno del 1943, è rimasto in prigionia sino al 1945, internato in un campo a Dubrovnik. A conflitto terminato, finalmente ha fatto ritorno a casa, a piedi in Italia, fermandosi a Bassano, città che ha sempre avuto nel cuore, e dove ha prestato servizio nella caserma cittadina fino al 1951, anno del suo congedo. Il senso di appartenenza all’Arma dei carabinieri e l’amore verso l’istituzione per Quarisa non sono mai cambiati e ad ogni compleanno il carabiniere bassanese ci tiene a voler parlare solo di futuro e, fiducioso, a chiunque gli faccia visita rinnova l’appuntamento all’anno che verrà, perché tanto, dice, «la vita passa talmente velocemente, che l’anno prossimo praticamente è tra un quarto d’ora». •