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ARZIGNANO

Trecento militari deportati. Un monumento li ricorderà

Sono i soldati catturati dai nazisti dopo l’8 settembre del 1943. Molti morirono, altri furono costretti a una dura prigionia
L’inaugurazione del monumento
L’inaugurazione del monumento
L’inaugurazione del monumento
L’inaugurazione del monumento

Sono circa 300 i nominativi di militari arzignanesi internati nei campi di concentramento nazisti dopo l’8 settembre 1943. Il numero è stato ricavato dalle ricerche svolte nell’archivio comunale e dell’Associazione nazionale ex internati (Anei) di Vicenza. Persone che con il loro rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò hanno messo in atto una diversa Resistenza. A questi vanno aggiunti i numerosi deportati civili e politici, costretti al lavoro coatto nelle fabbriche belliche del terzo reich. Il Comune di Arzignano ha voluto dedicare loro un monumento, opera realizzata dall’artista Domenico Scolaro, per ricordare quanto accaduto e per onorare la loro memoria.

Il ricordo dei cittadini internati

«L’amministrazione comunale ha iniziato da qualche anno un percorso - ha dichiarato il sindaco Alessia Bevilacqua - per ricordare e onorare i propri concittadini che hanno vissuto gli orrori della prigionia, accettando una vita di stenti, umiliazioni e sofferenze pur di non tradire il giuramento all’Italia, pur di non dover combattere contro altri italiani, pur di mettere fine a una guerra che li aveva stremati».

Le pietre d'inciampo

Due anni fa sono state posate due pietre d’inciampo al civico 1 di corso Matteotti, davanti all’abitazione dove erano scresciuti, per ricordare i fratelli Igino ed Amleto Caneva, internati e morti giovanissimi nel campo di concentramento di Luckenwalde, in Germania, a distanza di un anno l’uno dall’altro, nel 1944 e nel 1945.
Per il coraggio dimostrato dagli operai delle Officine Pellizzari, che reagirono con lo sciopero alla richiesta dei tedeschi di spostare in Germania parte delle maestranze, pagando la scelta con la vita o con la prigionia, nel 2022 il presidente Mattarella ha conferito alla città di Arzignano la medaglia d’argento al merito civile.

L'inaugurazione

In occasione dell’inaugurazione del monumento ai deportati in piazzale della Stazione il sindaco ha dedicato «al sacrificio di tanti nonni e padri la prestigiosa opera dell’artista arzignanese Domenico Scolaro, che con maestria e passione ha saputo ben rappresentare la sofferenza dei tanti deportati, così come la disperazione di un’attesa, spesso vana, di troppe madri, mogli e figli. In un contesto come quello attuale, dove ogni giorno riviviamo l’orrore della guerra, anche in luoghi non troppo lontani da noi, riteniamo che ricordare la dignità, la coerenza e la forza di questi nostri concittadini possa e debba essere monito per difendere i principi sui cui l’Italia repubblicana è stata costituita, vero patrimonio da tutelare con l’impegno di tutti».

Le opere dell'artista

Domenico Scolaro ha già donato alla città di Arzignano altre due importanti opere: “La porta del Giubileo” nel piazzale della chiesa di San Bortolo e “Il cammino” al Parco dello sport. «A Domenico Scolaro - spiega Elisa Spanevello di Miti & Mete di cui l’artista è presidente - è stata chiesta un’opera che sia in grado di fare memoria, che non solo faccia sapere le vicende storiche dei concittadini deportati, ma ne comunichi più profondamente le vicende umane. Fortissimi i significati simbolici delle forme della creazione: le geometrie rievocano l’atmosfera quasi irreale della filosofia metafisica, così come la suggestione delle piramidi rievoca un senso di storia che conserva il passaggio dell’umano».

Giorgio Zordan

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