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Lonigo

Non ha violentato la moglie. Assolto dopo anni da incubo

Un commerciante era accusato di averla stuprata, picchiata e insultata. Anche la procura ha chiesto il proscioglimento

Non ha violentato, né picchiato, né maltrattato sua moglie. Dopo anni da incubo, il tribunale lo ha assolto. E il commerciante è scoppiato in lacrime. Il collegio presieduto da Lagrasta (giudici Salvadori e Russo), accogliendo la richiesta della difesa, ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, W.A., 55 anni, di Sarego (pubblichiamo le iniziali a tutela della ex). L’imputato, difeso dall’avv. Lucio Zarantonello, lo aveva sempre detto di non aver fatto nulla di quanto era accusato. Anche il pubblico ministero Pinna, al termine di un faticoso e teso dibattimento, aveva chiesto l’assoluzione, mentre la parte civile, la moglie di 35 anni, di Lonigo, tutelata dall’avv. Gianpiero Belligoli, aveva sollecitato un risarcimento danni e la condanna.

Tre denunce della moglie risultate infondate

Del terribile racconto della parte offesa - che aveva formalizzato tre denunce in questura - non è stato confermato nulla, alla prova dell’aula. Secondo la sua testimonianza, il marito durante la convivenza l’aveva maltrattata, tanto che lei era fuggita. Poi si erano riavvicinati, erano tornati a convivere e lui l’aveva stuprata più volte, costringendola al sesso altrimenti non le avrebbe corrisposto l’assegno di mantenimento. Di qui le pesantissime accuse.

Le accuse di violenza e prevaricazione

La coppia si era conosciuta diversi anni fa e si era innamorata, convolando a nozze con lei giovanissima. Nel corso della relazione, contestava la ex, il marito avrebbe mantenuto un atteggiamento violento e prevaricatore; anche durante la gravidanza avrebbe insultato con frequenza la moglie, l’avrebbe percossa e umiliata, pure in presenza della figlioletta, «sottoponendola - recitava il capo di imputazione - ad un regime di vita intollerabile». In un paio di occasioni lei era stata costretta a ricorrere al pronto soccorso per farsi medicare, esasperata, si era poi rivolta ai servizi sociali per chiedere aiuto, si era fatta la valigia e se n’era andata con la bambina. Quindi aveva ottenuto la separazione.

La separazione nel 2011

Era il 2011. Fra il 2018 e il 2019, poi, la coppia aveva avuto un ritorno di fiamma, e lei era tornata a vivere con l’esercente, a Lonigo. Era iniziato a quel punto un tira e molla fatto di litigi e rappacificazioni. Secondo l’accusa, più volte l’imputato avrebbe costretto la ex ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà.
La difesa ha prodotto in aula messaggini e foto, per dimostrare che era lei a cercarlo in camera. Non solo: l’assegno di mantenimento era versato con un bonifico permanente. Ancora, diversi testimoni hanno riferito di una gelosia acutissima della moglie nei confronti di W. A., tanto che gli aveva fatto diverse scenate sul luogo di lavoro, convinta che lui la tradisse. Per quanto riguarda le botte, poi, una collega dell’imputato ha riferito che la parte offesa lo aveva chiamato sul lavoro dicendogli di essere caduta dalle scale; lei denunciò di essere stata picchiata. Dopo tanti anni, è arrivata l’assoluzione: la fine di un incubo.

Diego Neri

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