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Il caso

Morte di Davide Rebellin: il camionista che lo ha travolto e ucciso ha chiesto di patteggiare. I famigliari del ciclista contrari

Il giudice del Tribunale di Vicenza, che aveva disposto il giudizio immediato per Wolfgang Rieke, ha revocato l’udienza fissandone un’altra per il 7 dicembre per valutare l’istanza

Com’era stato anticipato - spiega una nota dello studio che assiste la famiglia di Davide Rebellin - il difensore di Wolfgang Rieke, il camionista tedesco sessantatreenne, attualmente detenuto nel carcere di Vicenza, che il 30 novembre 2022, a Montebello Vicentino, ha travolto e ucciso con il suo Tir, a soli 51 anni, Davide Rebellin mentre si stava allenando con la sua bici da corsa, dandosi poi alla fuga, ha presentato formale richiesta di patteggiamento per il proprio assistito.
 

Il 7 dicembre la prossima udienza

 
Conseguentemente il giudice del tribunale berico, dott. Roberto Venditti, ha revocato la già fissata udienza del 24 novembre, avanti il giudice monocratico della sezione penale dott.ssa Giulia Poi, dinanzi alla quale aveva disposto il giudizio immediato dell’imputato, fissandone un’altra per il 7 dicembre, dalle ore 10, per la valutazione circa l’ammissibilità dell’istanza e la congruità della pena proposta, che sarebbe di tre anni. 
 

Le richieste delle parti

 
Si sarebbe partiti da una “base” di sei anni e mezzo poi via via ridotti per gli “sconti” previsti dalla scelta del rito alternativo e da altri elementi quali l’avvenuto risarcimento dei familiari della vittima, una delle condizioni sine qua non poste dal pubblico ministero titolare del fascicolo, il dott. Hans Roderich Blattner, per il suo assenso.
 

La posizione della famiglia di Davide Rebellin

 
I congiunti del campione di ciclismo che si sono affidati per l’iter risarcitorio ormai chiuso a Studio3A-Valore e per la parte penale all’avvocato Davide Picco, del foro di Vicenza, hanno preso atto della richiesta ma ribadiscono tutte le loro contrarietà, anche a fronte della recidività di Rieke che era già fuggito un’altra volta dopo aver provocato un incidente, sempre in Italia, in Puglia, nel 2001.
 

No al patteggiamento

 
Dopo un anno di sofferenze per la prematura e tragica perdita del loro caro, acuite dalle complesse fasi del procedimento penale e a tutte le vicende legate all’estradizione del camionista, la moglie, la mamma e i fratelli di Rebellin riaffermano la loro piena fiducia nella giustizia e la loro gratitudine all’autorità giudiziaria per tutto il lavoro svolto, ma confidano che la richiesta di patteggiamento possa essere rigettata.
L’imputato deve rispondere del reato di omicidio stradale con l’aggravante della fuga.

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