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Camisano Vicentino

Ha calunniato e diffamato l'ex sindaco: condannato a 2 anni e 4 mesi

Con una serie di lettere un pensionato aveva accusato l'allora primo cittadino di una serie di comportamenti illeciti

Due anni e quattro mesi di reclusione. È la condanna, severa, inflitta dal giudice Poi a Ciro Mastromatteo, 81 anni, di Camisano, per avere diffamato e calunniato l'ex sindaco (quando era in carica) con una serie di lettere spedite in Comune e a diverse persone, in cui accusava l'allora primo cittadino di una serie di comportamenti illeciti o, quanto meno, non conformi alla buona amministrazione. La procura aveva chiesto 16 mesi e 20 giorni con la condizionale, invece non concessa; l'imputato, difeso dall'avv. Gianmarco Tosetto, dovrà anche risarcire la vittima, Eleutherios Prezalis, parte civile con l'avv. Alessandro Moscatelli, con 3 mila euro oltre a 3.500 di spese. Quattro anni fa, la procura aveva chiesto l'archiviazione, ma il giudice dopo l'opposizione di Prezalis aveva ordinato l'imputazione coatta; ora è arrivata la condanna.

I fatti

La vicenda che vedeva l'ex sindaco nelle vesti di vittima è datata. Prezalis, oggi consigliere di minoranza, fra il 1990 e il 1995 era vicesindaco di Camisano; Mastromatteo era consigliere di opposizione. I due si conobbero in municipio. Nella primavera del 2014, prima delle elezioni (poi vinte da Prezalis) l'imputato aveva diffuso un volantino in cui attaccava l'allora candidato dal punto di vista personale, avanzando dei dubbi sulle modalità con cui aveva messo da parte il suo patrimonio; Prezalis sporse denuncia, che venne poi archiviata. A partire dal giugno 2017, Mastromatteo iniziò a spedire delle lettere, la prima rivolta a tutti i consiglieri comunali, con cui avanzava dubbi su comportamenti tenuti dalla giunta e, in particolare, dal primo cittadino. Rispose il segretario comunale Mario De Vita, per dare spiegazioni e rasserenare il cittadino.

Ma il pensionato, per nulla convinto, continuò a scrivere, inviando complessivamente almeno altre 12 lettere aperte ai consiglieri e a privati cittadini. Di fatto, Prezalis era accusato di sottrazione di danaro pubblico, o di mancato pagamento di oneri di urbanizzazione. Inoltre, Mastromatteo avrebbe avanzato ricostruzioni su vita e carriera personale dell'allora primo cittadino, del tutto prive, secondo il diretto interessato, di logica e fondamento.

La difesa

Da queste contestazioni, Prezalis era sempre stato difeso dal segretario comunale, che diede conto della correttezza dell'operato del sindaco. Erano spese legali proprie (per l'ex consigliere pagate dal Comune), o di somme non dovute per il suo studio medico. «La reiterazione delle accuse - scrisse il giudice - spesso condite con offese alla persona del sindaco, avanzata nonostante le plurime spiegazioni ricevute e in assenza di prove concrete, integra i reati di calunnia e di diffamazione».

Il processo

Di qui il processo: un conto è segnalare un dubbio, un altro è continuare ad accusare a fronte di nulla. In sentenza, il giudice poi ha ritenuto alcune lettere neutre, altre diffamatorie e calunniose. «Ho atteso anni ma la verità è emersa - ha detto brevemente Prezalis -. Certe affermazioni prove di fondamento sono da sanzionare. Mi avevano amareggiato anche i riferimenti all'apparato burocratico del Comune». Scontato l'Appello.

Diego Neri

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