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Vicenza

Vendemmia, si parte tra due settimane ma la manodopera scarseggia

Inizierà tra due settimane la vendemmia in provincia di Vicenza con la raccolta delle uve precoci, che proseguirà poi dopo la metà di settembre con Durello, Garganega e le uve rosse. Le prospettive, ad oggi, sono positive: annata buona, uve sane, produzione nella media. L’unico interrogativo è legato alla manodopera, che risente ancora dei riflessi legati alla pandemia e alle criticità derivanti dal green pass.

«La vendemmia 2021 si prospetta con un ritardo della maturazione di circa cinque giorni rispetto al 2020, ma con un’ottima qualità delle uve e una produzione nella media - sottolinea Andrea Cavazza, viticoltore e vicepresidente di Confagricoltura Vicenza -. Ci sono difficoltà, invece, sul fronte della manodopera. Gli italiani, che si erano rivisti nei campi l’anno scorso in conseguenza dell’emergenza lavoro causata dal Covid, sono tornati alle abituali occupazioni nella ristorazione o nel turismo. Non va meglio con gli stranieri. I lavoratori dell’Est, come i romeni, i moldavi e i polacchi,  non vengono più a bussare ai nostri cancelli come accadeva qualche anno fa, forse a causa delle difficoltà di circolazione legate a green pass e quarantena, o forse perché hanno trovato lavoro in altri Paesi. Ci tocca quindi cercare il personale tramite cooperative, annunci sul web, passaparola. In pianura abbiamo meno problemi, perché la raccolta al 90 per cento è meccanizzata. Il problema si pone in collina, soprattutto dalla metà di settembre, dove il 70 per cento dell’uva si raccoglie a mano». 
 
A mancare è soprattutto la manodopera specializzata, in grado di utilizzare le attrezzature con tecnologie d’avanguardia che si utilizzano sia in fase di raccolta che di cimatura. “Chi può assume personale stabile, da spendere nelle diverse lavorazioni nell’arco dell’anno, in modo da garantire una fase di formazione iniziale, fondamentale per azionare alcuni macchinari, e una continuità negli anni – spiega Cavazza -, ma non è facile trovare neppure quello. È un problema che diventerà sempre più pressante, in quanto le tecnologie continuano a cambiare e a diventare sempre più sofisticate. Serviranno quindi professionalità ancora più specifiche e formate. Meno problemi, invece, per quanto riguarda il lavoro in cantina. Ci arrivano parecchie candidature sia di enologi che di cantinieri, che ci mandano curriculum di tutto rispetto: laurea in enologia o in ambito agrario, con specializzazione in cantina. Giovani non solo della provincia di Vicenza ma anche dal resto d’Italia, che chiedono di fare una stagione o un impiego fisso”.
 

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